Come ha funzionato la scuola in questi mesi di chiusura? Come sarà la scuola a partire da settembre? A queste domande dedicheremo diversi articoli sul giornale guardando sia alle decisioni istituzionali sia ai protagonisti della scuola, con una particolare attenzione agli alunni stranieri.Il futuro della scuola italiana è nebbioso: l’emergenza sanitaria ha spazzato via una routine già aggravata dall’inadeguato adempimento del diritto costituzionale allo studio; la rigidità del sistema scolastico impedisce soluzioni rapide; le esitazioni del Ministero bloccano la creatività necessaria per trovare risposte innovative efficaci.Pochi i punti fermi:
- Con due Note del 6 e 17 marzo del Dipartimento per il sistema educativo il Ministero ha avviato la pratica della didattica a distanza, resa poi obbligatoria con il decreto dell’8 aprile.
- Con il Decreto-Legge 8 aprile n. 22, seguito da 3 Ordinanze firmate il 16 maggio si danno indicazioni su: Valutazione e recupero degli apprendimenti, modalità di svolgimento degli Esami del 1° ciclo e degli Esami del 2° ciclo.
- Il 21 aprile la Ministra Azzolina ha istituito un Comitato, guidato dal prof. Bianchi e composto di 18 membri, con il compito di fare proposte su: avvio del prossimo anno scolastico; edilizia; innovazione digitale e utilizzo delle metodologie di didattica a distanza; formazione e reclutamento del personale; sviluppo della rete di servizi educativi.
- Il 28 aprile sono stati pubblicati 3 bandi di Concorso per l’assunzione di 80.000 docenti per tutti gli ordini di scuola. Dopo accese discussioni politiche sulle modalità e sui tempi di svolgimento dei concorsi, è stata raggiunta un’intesa, il 25 maggio, per una prova scritta dopo l’estate e per l’assunzione a settembre di supplenti dalle graduatorie provinciali, intesa che dovrà essere tradotta in un prossimo decreto.
Insomma, ancora nulla di chiaro su come ripartirà la scuola e tante critiche alla condotta del Ministero.
Piano per l’infanzia e l’adolescenza
L’unico provvedimento che dà risposte concrete è il Piano per l’infanzia e l’adolescenza, che porta la firma della Ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Bonetti, in accordo con Miur, Comuni, Province, Regioni.Approvato il 18 maggio, stanzia 185 milioni. Le Linee guida prevedono:
- dal 1° giugno e per tutto il periodo estivo la riattivazione dei servizi educativi e centri estivi per bambini degli asili-nido, della materna, della scuola primaria e secondaria di I grado, utilizzando strutture idonee di scuole, asili, ludoteche e oratori e rispettando un rapporto predefinito tra operatore e bambini; possibilità per gli enti che ne fanno richiesta di organizzare attività all’aperto – parchi, giardini condominiali e luoghi simili – per bambini dai 3 anni in su;
- orari scaglionati e piccoli gruppi stabili per facilitare il tracciamento;
- obbligo per i gestori di osservare precise misure di igiene e prevenzione sanitaria per personale, bambini, strutture e materiali, approvate dalle Asl competenti.
Inoltre il 20 maggio la Ministra ha avviato un Gruppo di lavoro, coordinato da Chiara Saraceno, per elaborare strategie a favore dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
La situazione attuale della scuola: poche certezze e tante critiche
Considerando sia la lentezza con cui il Ministero si è mosso – come rivelano le date stesse dei provvedimenti – sia i disaccordi politici, la conclusione è che la scuola sta in una situazione di sospensione.Naturalmente va tenuta in conto l’estrema complessità del suo funzionamento, che non facilita soluzioni tempestive – come osserva Lia Ghisani, presidente dell’associazione Piuculture, che ogni anno organizza corsi di lingua nelle scuole del 2° e 3° Municipio e centri estivi –, tanto più che le misure di prevenzione e tutela della salute del Comitato Tecnico Scientifico sono drastiche e pongono limiti alle modalità di ripresa della scuola. Inaccettabile, però, è il ritardo con cui si è mosso il Ministero, oltre alla mancanza di un’informazione chiara sulle criticità che il sistema scolastico presenta.Tuttavia – e questo è l’unico fatto positivo del presente – sta prendendo piede un dibattito che, partendo dai mali antichi del sistema scolastico, si spinge a delineare profili di profondo cambiamento di modalità e spazi della didattica. Numerosi, in queste settimane, sono stati gli appelli alla centralità della scuola e, oltre alle critiche, sono molte le proposte venute da associazioni e pedagogisti, come ad esempio quelle per studenti e famiglie di origine straniera della rete Scuolemigranti, o quelle contenute nel documento del Forum Diseguaglianze e Diversità, o ancora la campagna di Save the Children “Riscriviamo il futuro”. A questo dedicheremo il prossimo numero del giornale.
Aumenta il rischio di esclusione: gli alunni stranieri nelle fasce più deboli
Secondo il presidente della Commissione Istruzione al Senato il 6% degli alunni sono stati esclusi dalla didattica; tra questi alunni con Bisogni Educativi Speciali e stranieri. Circa un terzo delle famiglie non ha computer o tablet (Istat 2019). Il 29% delle famiglie di stranieri vive in povertà assoluta.L’attuale emergenza sanitaria rende più evidente una verità che chi opera nella scuola conosce ma il dibattito pubblico ha trascurato: le condizioni socio-economiche e culturali delle famiglie determinano in misura eccessiva il successo nell’apprendimento. E ciò riguarda la maggioranza degli alunni stranieri, come si può facilmente dedurre dal grafico qui sotto sulla dispersione.
Complessivamente, è costituito da stranieri il 37,6% dei giovani di 18-24 anni che nel 2018 hanno abbandonato gli studi, come risulta da un recente rapporto di Openpolis.La scuola del futuro dovrà partire da questo scarto tra norme e realtà, e l’attenzione che si saprà dedicare alle fasce più deboli, tra cui i figli degli immigrati, sarà decisiva per la qualità dell’intero sistema scolastico.
Luciana ScarciaInfografica: Silvia Proietti(26 maggio 2020)
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