Intervista all’autore di “Emigrania – I fiori del mare”

Emigrania i fiori del mare“Emigrania – I fiori del mare” è un libro illustrato nato dalla collaborazione fra Daniele Bonaiuti, scrittore e designer, e Alessandro Cripsta, artista. Racconta la storia di Moussa, un ragazzo della Costa d’Avorio ospitato in casa da Daniele e dalla moglie Valentina grazie a un progetto di accoglienza destinato ai rifugiati. In occasione della Giornata internazionale del rifugiato, che si tiene come ogni anno il 20 giugno, Piuculture intervista l’autore che parla del suo libro, di Moussa e dell’importanza dell’accoglienza.

Emigrania e i fiori del mare

Emigrania – ricorda Daniele – è una parola che abbiamo scelto perché è un po’ dolorosa e gioca sul confine tra patologia e fisiologia, confine che secondo noi rappresenta anche il misunderstanding alla base di molti conflitti legati alla migrazione. Abbiamo invece scelto ‘I fiori del Mare’ perché, oltre al rimando a una famosa raccolta di poesie, i fiori che crescono sulle rive del mediterraneo ‘ignorano qualsiasi legge sull’immigrazione’ e si diffondono, liberi, lungo tutte le coste. L’idea di scrivere questo libro in realtà è venuta ad Alessandro Cripsta, che sentiva l’urgenza di esprimere la sua opinione sul tema delle migrazioni: era l’estate del 2018, agli Interni c’era Salvini e i barconi sembravano l’unico problema che avesse l’Italia”.

La storia di Moussa

“In quel periodo – continua Daniele – io e mia moglie stavamo ospitando Moussa, un ragazzo di 34 anni che viene dalla Costa d’Avorio e ha una storia molto variegata: ha avuto alti e bassi economici; è stato imam; ha attraversato il deserto; ha viaggiato in mare; è arrivato in Italia e, dopo quattro anni passati tra vari centri di accoglienza, grazie alla ONLUS Refugees Welcome è stato nostro ospite per sette mesi. La sua storia è, al di là delle etichette, una storia di normalità, di desiderio di indipendenza, di lavoro e di disciplina”.

La collaborazione con Alessandro Cripsta

“Quando Alessandro Cripsta mi ha chiesto di intervistare Moussa, abbiamo deciso di collaborare assieme assegnandoci i compiti: io i testi e lui i disegni. Abbiamo voluto raccontare una storia senza moralismi, nel modo in cui Moussa raccontava la sua, cercando di tenerci lontani da generalizzazioni o semplificazioni. La primissima edizione di Emigrania è stata un’autoproduzione di un centinaio di copie vendute a conoscenti, in piccole fiere di editoria o in una libreria indipendente a Milano. In seguito, poco prima del natale 2018, abbiamo regalato a Refugees Welcome una versione del libro tascabile. Loro hanno creduto nel nostro progetto, coinvolgendo l’editore Becco Giallo nella pubblicazione del libro”.

Moussa è “uno di famiglia”

Io e Moussa ci vediamo ancora spesso, per noi è diventato ‘uno di famiglia’. Lui sta bene, lavora e, per la prima volta nella vita, abita in una casa tutta sua. Di lui mi colpiscono la determinazione, l’orgoglio, il sapersi adattare e accettare gli avvenimenti pur avendo degli ‘standard’ e delle aspettative. Mi colpisce il fatto che riesca sempre ad andare d’accordo con un sacco di persone senza essere mai accondiscendente. E durante questi mesi di emergenza ‘covid’ è stato volontario nel paese dove abita, vicino Milano, consegnando agli altri cittadini la spesa e le medicine”.

L’importanza del programma di accoglienza

Io e Moussa senza il programma di accoglienza di Refugees Welcome non ci saremmo conosciuti: per questo consiglio l’esperienza anche ad altri. La possibilità di partecipare al progetto consiste, in linea di massima, nell’avere una camera in più a casa propria e nel volerla mettere a disposizione. A livello personale – conclude Daniele – è un momento rivelatorio, perché dà la possibilità di fare esperienza di un fenomeno, quello della migrazione, che viene spesso travisato, ma anche di comprendere molto meglio se stessi. È un ‘viaggio a domicilio’ che ti offre l’occasione di crescere come persona e di aiutare un rifugiato”.

Vincenzo Lombardo(17 giugno 2020)

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