Venerdì 31 luglio 2020 è stata una data importante per comunità musulmana: la festa del Sacrificio, uno dei momenti più significativi per la religione islamica, ha riunito, dopo i mesi di isolamento dovuti all’emergenza Covid-19, donne, bambini e uomini che si sono ritrovati per la preghiera nello spazio aperto del parco Madre Teresa di Calcutta a Centocelle.
“È stata la prima preghiera corale svoltasi in uno spazio aperto dopo lo scoppio dell’emergenza”, racconta Mohamed Ben Mohamed, l’imam della moschea al-Hudà di Centocelle. “Un momento molto bello, in cui siamo tornati a stare insieme, nel pieno rispetto del distanziamento fisico. È stato importante ritrovarsi, circa trecento persone sono venute al parco per pregare”.
La moschea di Centocelle ha riaperto le porte subito dopo la fine del Ramadan, nell’ultima settimana di maggio. “Da quel momento abbiamo ricominciato ad accogliere i fedeli per le cinque preghiere quotidiane, mettendo in atto tutte le misure anti-covid: distanza di un metro, misurazione della temperatura all’entrata, uso della mascherina, disinfezione delle mani e obbligo per i fedeli di portare il proprio tappeto da casa”, sottolinea l’imam, che parla di un’affluenza alle preghiere ancora bassa e che si svolge nel pieno rispetto delle norme di distanziamento. “Dopo qualche settimana, la preghiera più importante, quella del venerdì, è stata ripristinata all’interno della moschea, ma il numero di partecipanti è limitato in base alla capienza della moschea”.
L’emergenza Covid ha profondamente segnato tutta la popolazione, senza distinzione di sesso, nazionalità o religione. In questi ultimi mesi critici, sin dall’inizio del lockdown, la moschea di Centocelle non ha mai fermato le proprie attività: le preghiere, gli incontri su tematiche religiose, i corsi di arabo e di italiano. Anzi, ha fatto anche di più: “ci siamo dedicati a campagne di informazione sul virus, abbiamo contribuito allo sforzo nazionale tramite offerte alle strutture sanitarie e con la donazione del sangue; abbiamo aiutato le persone e le famiglie con difficoltà economiche attraverso l’acquisto e la consegna di beni alimentari”, raccontava l’imam alla vigilia del Ramadan.
“Queste attività sociali proseguono tuttora: svolgiamo i nostri incontri online, siamo presenti per incontrare individualmente i fedeli che ne hanno necessità, ci teniamo in contatto con gruppi whatsapp e con Facebook. Alla fine di maggio sono stati anche sostenuti gli esami di italiano. Attualmente, il sabato, distribuiamo viveri a famiglie e persone bisognose”.
“Sembra che ora ci siano tutti i presupposti per riuscire a convivere con il virus e adottare le misure per prevenirne la diffusione”, conclude l’imam, “speriamo che tutti continuino con questo spirito di unione, ma soprattutto il mio augurio è quello della ripresa della vita economica e culturale”.
Elisabetta Rossi
Fotografie: gma
(05 agosto 2020)
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