MSNA e COVID-19: meno ingressi e meno servizi in accoglienza

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Sono 5016 i MSNA presenti sul territorio italiano al 30 giugno 2020 secondo i dati pubblicati dal Report semestrale sui minori stranieri non accompagnati, censiti dalla Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione. Un dato che registra un netto decremento rispetto allo stesso periodo del 2019, -31%, e del 2018, -61,9%.

L’impatto di COVID-19 sui nuovi ingressi dei MSNA

Fonte: Report di monitoraggio relativo ai minori stranieri non accompagnati – 30 giugno 2020

L’andamento degli ingressi di MSNA sul territorio italiano nel corso del primo semestre del 2020 indica una flessione importante in corrispondenza dei mesi di lockdown, che fa registrare un massimo a gennaio 2020 – 665 nuovi ingressi – fino a scendere ai 161 ingressi registrati nel mese di aprile, con un andamento discendente particolarmente marcato a partire dal mese di marzo.
Se si considerano in particolare i minori provenienti via mare, per il 74,7% dei casi approdati in Sicilia, 268 sono quelli sbarcati a gennaio a fronte dei 61 sbarcati ad aprile. Nel corso del primo semestre del 2020 sono stati segnalati 706 casi di allontanamento di MSNA dal territorio italiano.

L’accoglienza dei MSNA durante la pandemia

La gestione dell’accoglienza in tempi di coronavirus ha risentito del clima di generale spaesamento che si è registrato nell’intero paese, aggravando ancor di più un settore afflitto da una cronica carenza di progettazione.
In generale, al di là delle misure di quarantena per i migranti arrivati via mare messe in atto fin da febbraio 2020, i centri di accoglienza per minori non hanno ricevuto direttive univoche e specifiche sulla gestione dell’emergenza COVID-19, né risulta siano stati distribuiti in maniera capillare i dispositivi di protezione individuale agli operatori, con una netta disparità fra le diverse strutture.
Ogni territorio, pur nel rispetto della normativa nazionale e delle diverse ordinanze regionali, ha messo in atto le azioni mirate al contenimento dei contagi in sostanziale autonomia: in alcune aree sono stati utilizzati hotel per l’isolamento fiduciario di due settimane dei nuovi arrivati; in altri casi gli stessi centri di accoglienza hanno organizzato stanze dedicate all’isolamento di minori neo-inseriti. Spesso, tuttavia, l’inserimento di minori nelle strutture è avvenuto senza alcuna misura di prevenzione o isolamento.
Alcuni servizi essenziali per la tutela del minore straniero non accompagnato – quali i colloqui conoscitivi con personale qualificato, la nomina del tutore e l’informativa legale – sono stati sospesi in assenza di standard condivisi e in ottemperanza alle misure di distanziamento sociale.
Le testimonianze di molti operatori hanno riportato un deciso aumento delle tensioni all’interno delle strutture, che hanno interessato minori spesso già esposti a situazioni fortemente traumatiche. I giovani migranti inseriti nei percorsi di accoglienza, oltre ai disagi comuni ai coetanei italiani, hanno dovuto infatti affrontare problematiche specifiche. In particolare:

  • la chiusura delle scuole ha comportato anche una sospensione dei percorsi di integrazione per i MSNA – quali tirocini formativi o propedeutici all’avvio di percorsi lavorativi – per i quali non si sono potute elaborare modalità di recupero, con un forte impatto sui ragazzi prossimi alla maggiore età;
  • la sospensione delle attività degli Uffici Immigrazione e delle Commissioni Territoriali per il Riconoscimento dello Status di Rifugiato hanno influito notevolmente sull’accesso alla procedura di asilo e di riconoscimento dello status di rifugiato, soprattutto nel caso di minori nel frattempo divenuti maggiorenni;
  • diversi Tribunali per i Minorenni hanno sospeso le visite di persone terze alle strutture di accoglienza, quali i tutori e gli assistenti sociali, e sospeso le udienze di ascolto dei minori;
  • la sospensione delle procedure di ricongiungimento familiare e il blocco dei trasferimenti hanno allungato ulteriormente una tempistica fatta di mesi di estenuante attesa, provocando in molti casi l’allontanamento volontario dei minori dalle strutture.

Chi sono i MSNA presenti in Italia

Al 30 giugno 2020 i principali Paesi di provenienza, che coprono il 72% dei MSNA presenti in Italia, sono:

  • Albania (1.393)
  • Bangladesh (623)
  • Egitto (595)
  • Pakistan (334)
  • Tunisia (248)
  • Costa d’Avorio (218)
  • Kosovo (201)

I minori stranieri non accompagnati sono in prevalenza di genere maschile,95,3%; poche e in ulteriore diminuzione le minori, 4,7%.
Il principale paese di provenienza dei MSNA che hanno fatto ingresso in Italia nel primo semestre del 2020 è il Bangladesh con 405 minori, pari al 17,4% dei nuovi ingressi. Seguono l’Egitto con 378 minori (16,2%), l’Albania con 233 minori (10%), l’Afghanistan con 195 minori (8,4%).

Fonte: Report di monitoraggio relativo ai minori stranieri non accompagnati – 30 giugno 2020

La flessione del numero di MSNA arrivati in Italia nel periodo preso in esame rispetto all’anno precedente risulta particolarmente significativa per i minori provenienti dalla Costa d’Avorio, Guinea e dal Gambia. Stabile invece il numero dei provenienti dall’Albania, dall’Egitto, e dalla Tunisia. Sono aumentati, sia in termini assoluti (+356) che percentuali (+8,7%), unicamente i minori provenienti dal Bangladesh.
Nel corso del primo semestre del 2020, sono state esaminate in totale 156 domande di protezione internazionale relative a minori stranieri non accompagnati, a fronte delle 659 domande esaminate nello stesso periodo del 2019.
Il 66% delle richieste di asilo ha registrato un esito negativo.

Silvia Proietti
(26 agosto 2020)

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