MedFilm Festival 2020: “un nuovo stare insieme”

“Un nuovo stare insieme” è questa la caratteristica della XXVII edizione del MedFilm Festival di Roma che si svolgerà dal 9 al 15 novembre 2020 solo online sulla piattaforma MYmovies. A causa di un presente abbastanza incerto, “questa ventiseiesima edizione era stata immaginata in streaming ma solo in parte” racconta Ginella Vocca fondatrice e organizzatrice del Festival. Dall’alto dei suoi 26 anni di vita che lo conferma come Festival cinematografico più antico di Roma, il Med persegue la propria funzione culturale e sociale di “canale”  tra i Paesi del Mediterraneo attraverso il cinema. Un’occasione unica per poter conoscere talenti emergenti del settore cinematografico ma anche per avere una più intima fotografia dei Paesi mediterranei.

Il Concorso Ufficiale Amore e Psiche: pellicole in gara

L’edizione di quest’anno prevede la proiezione di 70 film in rappresentanza di 30 Paesi del Mediterraneo. Di questi, 43 film sono del tutto inediti: 38 sono le prime nazionali, 4 quelle internazionali e una mondiale. La rassegna si articola in vari Premi, tra cui il classico Amore e Psiche per il Concorso Ufficiale la cui giuria vanta presenze prestigiose come la regista Susanna Nicchiarelli, la sceneggiatrice Heidrum Schleef e il fumettista ZeroCalcare.

Il Concorso Ufficiale prende il via con “À l’Abordage” di Guillaume Brac, presentato nella sezione Panorama della 70ma Berlinale, racconta la nascita e l’evoluzione di un amore fulmineo tra Fèlix e Alma. Dopo l’incontro, Alma sale su un treno per ricongiungersi alla famiglia nel sud della Francia a Fèlix non resta che raggiungerla, ma la reazione di Alma alla sorpresa faranno prendere alle cose una piega diversa. La commedia À l’Abordage sintetizza perfettamente lo spirito di questa edizione del MedFilm Festival: più leggerezza, nei temi e nella forma, che richiamano all’idea di comunità e dei legami oltre ad una limpidità nelle immagini e nella fotografia.

frame del film A l'Abordage di Guilleume Brac
“A l’Abordage” di Guillaume Brac al MedFilm Festival 2020

In concorso anche “Careless Crime” dell’iraniano Shahram Mokri, presentato a Venezia 77 nella sezione Orizzonti, un film nel cinema, sul cinema, ambientato nell’Iran dei nostri giorni ma riprende l’episodio del cinema incendiato quarant’anni fa per rovesciare il regime dello Scià. Il cinema è anche il protagonista di “The Death of Cinema and my Father too”di Dani Rosenberg, è la storia meta- cinematografica di Yoel e della sua famiglia  in fuga da Tel Aviv. Il figlio Assaf, aspirante regista, tenterà di salvare la memoria del padre rendendolo protagonista del proprio film. Anche “La ùltima primavera” di Isabel Lamberti ha come sfondo la famiglia. I Gabarre Mendoza, abitanti di una baraccopoli vicino Madrid, si batteranno per evitare lo sfratto, l’inteto della regista come già in Vader, presentato in agosto AL Festival di Locarno sembra essere ancora una volta quello di“rappresentare persone imperfette e vulnerabili senza renderle vittime”.
In gara anche il long movie di Tarzan e Arab Nasser “Gaza mon Amour” in cui il protagonista, pescatore sessantenne, trova impigliato nella propria rete una statua in bronzo di Apollo. La stravagante scoperta sarà l’inizio dei suoi problemi. “Con questo film cerchiamo di offrire uno sguardo sulla vita quotidiana di questa piccola striscia di terra chiamata Gaza” hanno dichiarato i registi in occasione della presentazione del film a Venezia nella sezione Orizzonti. “Ghost” di Azra Denis Okyay, opera prima presentata a Venezia a La Settimana della critica, tratteggia un ritratto scomodo ed impietoso della Turchia di oggi, attraverso le vicende dei quattro personaggi principali che incrociano le proprie vite a Istanbul.

Infine, due pellicole dai colori e personaggi giovani: “Lift Like a Girl” di Mayye Zayed e “Sandlines. The Story of History” di Francis Alys. Il primo racconta una storia di donne, sport ed emancipazione. I giovani protagonisti del secondo, ambientato nei pressi di Mosul in Iraq, ricostruiscono un secolo di storia irachena fino ai giorni del terrore sotto lo Stato Islamico nel 2016. Una rivisitazione del  passato per capire il loro presente.

frame di Life Like a girl
“Life Like a Girl” di Mayye Zayed in concorso al MedFilm    Festival 2020

La sezione Fuori concorso che verrà inaugurata con “Correspondencia” di Carla Simòn e Dominga Sotomayor Castillo. Le due registe intesseranno una corrispondenza epistolare filmata attraverso la quale si confrontano e discutono temi come cinema, storia familiare, eredità e maternità.

MedFilm Festival 2020 cortometraggi: i Premi Methexis e Cervantes

I cortometraggi in programma sono 21 e provengono da 18 Paesi; peculiarità di quest’anno è la presenza di 12 registe donne. Nell’ambito della rassegna cortometraggi verranno assegnati il Premio Methexis e il premio Cervantes Roma.

Dalla sponda sud del Mediterraneo, Amira-Ghéhanne Khalfallah con “La Petite” racconta la storia di una ragazzina, unica bambina del suo villaggio, che scoprirà dell’esistenza di un luogo abitato da persone cieche. Anche nel corto di Sofia Alaoui, “Qu’importe si les betes meurent”, si raccontano luoghi abbandonati: il pastore Abdellah deve procurarsi cibo per salvare il suo bestiame durante l’inverno e nell’attraversare le alture dell’Atlante si imbatterà in un villaggio disabitato in cui succedono cose strane. Dalla Francia arriva “La Veillée” di Riad Bouchoucha, piccolo spaccato dai colori grigiastri sul disagio del protagonista Salim che, rientrato a casa per il funerale della madre, troverà l’ambiente familiare troppo ingombrante ed estraneo. “Li Paradisi”, corto nostrano ad opera di Manuel Marini, è anche il nome del grande oliveto di proprietà dei personaggi Lucia e Donato. L’oliveto è ormai in rovina a causa di un parassita che ne ha rovinato gli alberi e la decadenza del campo così familiare sarà occasione di riflessione per Lucia.

MedFilm Festival 2020: Sguardi dal Futuro e Corti dalle carceri

Il concorso internazionale di cortometraggi avrà al solito una giuria composta per metà da detenuti di Roma Rebibbia e per l’altra da studenti di cinema provenienti dai più importanti istituti del Mediterraneo. A causa dell’emergenza sanitari, quest’anno non sarà possibile l’incontro tra le due giurie, un momento che nelle edizioni scorse si è rivelato estremamente emozionante. Detenuti e studenti avranno comunque modo di confrontarsi online. La giuria sarà a sua volta protagonista di altre due sezioni nell’ambito del concorso cortometraggi: i fuori concorso, “Sguardi dal futuro”, realizzati dagli studenti di cinema e “Corti dalle carceri”, short film realizzati all’interno degli istituti di pena coinvolti nel Progetto Methexis e in collaborazione con il Dipartimento della Amministrazione Penitenziaria.

frame da "Pugni chiusi" di Alessandro Best
frame da “Pugni chiusi” di Alessandro Best, girato nel carcere di Bollate al MedFilm Festival 2020

Gli Istituti coinvolti sono il carcere di Bollate con “Pugni chiusi. Il pugilato in carcere” di Alessandro Best, documentario sull’importanza dello sport come leva emotiva per costruire un nuovo futuro; la casa di reclusione Verziano Brescia con “Vieni, vieni più vicino” di Giulia Gussago, emozionante documentario sulle attività creative sviluppate da detenuti, detenute e liberi cittadini durante laboratori di danza contemporanea e scrittura. Infine, l’Istituto Penale per Minorenni di Bari con “Una tempesta di sabbia” di Andrea Galgata in cui il protagonista detenuto, il 19enne Alex, sceglierà un corso di teatro per intraprendere un percorso di riscatto personale.

MedFilm Festival 2020: le novità dell’edizione online

Il MedFilm aggiunge al proprio programma già ricco la sezione Work in Progress. “È stato un ulteriore sforzo che abbiamo fatto, lanciando un bando pubblico internazionale che ha avuto numerosi iscritti tra cui produttori e artisti noti del settore” ha spiegato Ginella Vocca. Verranno selezionate 6 opere in post-produzione che necessitano  un finanziamento per terminare i lavori. Al primo vincitore verranno offerti 8mila euro dall’Oim, al secondo invece sarà garantito un Digital Cinema Package con sottotitoli in inglese dalla società Stadion Video. La giuria dei Work in Progress si compone di Dora Bouchoucha, nota produttrce tunisina e fondatrice della casa di produzione Nomadis, della regista e sound designer libanese Rana Eid e dal critico cinematografico Giona A.Nazzaro.

Locandina della nunova sezione del MedFilm fESTIVAL
Work in Progress, la nuova sezione del MedFilm Festival 2020

Altre novità di quest’anno sono la retrospettiva dedicata al Premio Lux, la competizione resa possibile grazie al finanziamento del Parlamento Europeo, e una retrospettiva sul cinema algerino Demain, Algerie nella quale vengono presentati 8 film realizzati in Algeria fra il 2010 e il 2016.
Alle ore 17:00 di ogni giornata ci sarà uno spazio dedicato alla didattica e al confronto: due masterclass, una con la regista Susanna Nicchiarelli e l’altra con l’attore iraniano Babak Karimi – in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e il Dipartimento ISO dell’Università La Sapienza di Roma,  presentazioni di libri come “Arabpop. Arte e letteratura in rivolta dei paesi arabi” a cura di Chiara Comito e Silvia Moresi, momenti di dialogo come “Omaggio a Rossana Rossanda“.

Oltre alle nuove iniziative, ci sarà anche la classica sezione Le Perle dedicata alle pellicole italiane. Sono 7 le opere in programma, fra queste qualcuna già vincitrice di Premi internazionali e altre in anteprima come “Cracolice” di Fabio Serpa. Ad inugurare le proiezioni sarà “Accòmora” di Emanuela Muzzupappa che, come l’opera di Serpa, disenga un frammento di Calabria. Quella di Muzzuppappa è una storia di riti consolidati: Antonio è un giovane impegnato stagionalmente nella raccolta dei fichi ma questa volta, dopo una giornata passata in campagna con il fratello, scoprirà l’eccezionalità di quell’annata, il film è stato presentato con successo a Venezia a La settimana della critica.

Giada Stallone
(2 novembre 2020)

Leggi anche: