Nell’anno della pandemia l’immigrazione fa ancora notizia?

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Immigrazione e stampa, quale il rapporto nell’anno di monopolio informativo della pandemia

Nell’anno della pandemia la presenza del tema immigrazione sulla stampa è stata discontinua, oscurata in parte dalle notizie sull’emergenza sanitaria e riaccesa nei mesi estivi da alcuni importanti fatti di cronaca come l’incendio della tendopoli di Lesbo, le navi quarantena e la ridiscussione dei Decreti Sicurezza e, recentemente, i respingimenti lungo la rotta Balcanica. L’immigrazione fa ancora notizia?

Immigrazione e stampa, cos’è cambiato dal 2015 all’anno del Covid

“Flussi migratori” è la categoria nell’ambito dell’immigrazione che più di tutte ha fatto tendenza sui giornali durante la prima ondata di pandemia: il 51% contro il 20% del 2015, è quanto emerso da una ricerca dell’Osservatorio di Pavia e Carta di Roma che ha comparato le prime pagine di cinque quotidiani italiani fino ad ottobre 2020. Eppure, lo scorso anno si è contraddistinto per un drastico calo degli arrivi in confronto alle oltre 153mila presenze nel 2015, quello che la stampa ha ribattezzato come anno della crisi europea dei migranti e rifugiati.

L’immigrazione fa ancora notizia, in particolare nell’agenda setting dei quotidiani non mancano riferimenti agli arrivi via mare, ai naufragi, all’apertura e chiusura dei confini. Se la voce “flussi migratori” continua ad essere la più in voga lo stesso non lo si può dire delle categorie che umanizzano e raccontano i suoi protagonisti, cioè società e cultura, economia e lavoro, accoglienza, criminalità e sicurezza e terrorismo. Addirittura, la categoria “Covid” ha registrato una copertura del solo 8% nell’agenda dei temi sull’immigrazione trattati nella stampa. Un dato certo è che l’argomento immigrazione sia stato tematizzato dall’agenda politica, entrando ed uscendo dalle prime pagine in relazione a campagne elettorali, dibattiti parlamentari, elezioni regionali.

L’immigrazione in titoli

Un titolo di giornale per ogni quattro persone arrivate via mare, è il bilancio dell’analisi su 108 tra quotidiani e riviste attive tra gennaio e ottobre 2020. Durante questi dieci mesi sono state pubblicate 6.402 notizie sul tema, a fronte degli oltre 27mila ingressi segnalati dal cruscotto statistico del Ministero. L’approccio all’argomento si è plasmato sulla linea editoriale di ogni giornale dando come risultato una battaglia tra accoglienti vs. diffidenti, con la partecipazione di qualche neutrale. L’Avvenire è stato il giornale più prolifico per gli articoli dedicati ai migranti con una media 2,6 titoli al giorno, ma soprattutto ha mantenuto un approccio solidaristico, a differenza di Libero quotidiano e Il Giornale che seppur con una media di quasi due titoli al giorno hanno trattato il tema ed i suoi protagonisti in ottica decisamente ostile.

Le parole che hanno caratterizzato il lessico giornalistico nel 2020 sono state sbarco, nave, decreto, processo, sicurezza, virus, accoglienza, Covid, sanatoria e quarantena. A dimostrazione di quanto la politica sia il pianeta intorno al quale il tema dell’immigrazione non può far altro che orbitare, i protagonisti di ogni articolo sono stati Salvini, Conte, Ong, Erdogan, Pd, Lamorgese, Di Maio oltre ad un generico “migranti” che ha svolto il ruolo di rappresentante per l’intera categoria di persone.

Immigrazione e stampa, i fatti salienti nell’anno del Covid

Nei primi mesi del 2020 i fatti salienti in tema di immigrazione sono stati il caso Gregoretti, il processo all’ex Ministro degli Interni Salvini e gli accordi tra Grecia e Turchia. Con i primi casi di Covid in Italia, tra febbraio e marzo, l’attenzione mediatica si è spostata sulla comunità cinese e sugli episodi di sinofobia di cui si sono resi protagonisti gli italiani. A maggio i temi più gettonati sono stati caporalato e sfruttamento dei lavoratori e a livello di notizie internazionali ad attirare l’attenzione della stampa è stata l’uccisione dell’afroamericano George Floyd, evento che ha comportato una mobilitazione globale e una ridiscussione dei temi immigrazione, razzismo e colonizzazione.

Solo con l’arrivo dell’estate 2020 le prime pagine dei quotidiani hanno ripreso a parlare di navi quarantena, chiusura dei confini, sanatoria e qualche testata non ha perso l’occasione di creare un clima di allarmismo sui contagi nei centri di accoglienza. Con l’inizio della seconda ondata pandemica di ottobre è arrivata la modifica ai Decreti Sicurezza ma è ancora la cronaca nera a smuovere le acque, con gli omicidi di Don Roberto a Como e di Willi Montero Duarte a Colleferro. In numeri, da gennaio ad ottobre 2020 le notizie sulle prime pagine dedicate all’immigrazione sono state 843, cioè il 34% in meno rispetto l’anno precedente. Segno che l’immigrazione non è più un emergenza?

Giada Stallone
(3 marzo 2021)

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