Nascosti in piena vista: i MSNA lungo la frontiera settentrionale

Nascosti in piena vista. Minori migranti in viaggio (attra)verso l’Europa è il titolo denuncia del rapporto redatto dal giornalista Daniele Biella per Save the Children Italia, in collaborazione con il fotoreporter e videomaker Alessio Romenzi e Antonella Inverno. Più di 60 pagine cariche di storie e testimonianze di violenze psicologiche e fisiche, di arbitri subiti, di disperazione ma anche fiducia nel futuro, seguendo il percorso dei MSNA che attraversano la rotta balcanica e quella occidentale lungo il confine italofrancese.

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Nascosti in piena vista. Il report Save the Children sui MSNA lungo la frontiera settentrionale dell’Italia. Foto di Alain Audet per Pixabay

La lunga frontiera settentrionale dell’Italia

I MSNA che hanno tentato il game attraverso la rotta balcanica nell’aprile 2021 sono stati 107, in prevalenza afghani, bangladesi e pakistani di sesso maschile, mentre tra dicembre 2021 e marzo 2021 Save the Children e UNICEF hanno assistito 169 MSNA nel presidio di Ventimiglia. Sono questi i numeri parziali che rendono conto dell’emergenza lungo quella che si viene a configurare come la lunga frontiera settentrionale dell’Italia, solo a partire dalla scorsa estate è salita agli onori della cronaca per gli abusi e gli arbitri che vi si verificano.

La ricerca sul campo che è alla base del rapporto, condotta tra aprile e maggio 2021, ha permesso di seguire attivamente le diverse fasi di cui si compone il percorso dei giovani migranti: l’attraversamento del confine, dopo aver subito respingimenti informali verso la Slovenia, o dopo essere stati bloccati dalle forze di polizia come maggiorenni (in modo da aggirare il divieto di respingimento, ndr) al confine francese; gli accampamenti di fortuna nei boschi dell’Europa balcanica o in strada nei pressi della stazione di Ventimiglia; la permanenza, incompresa e improvvisa, in strutture di isolamento fiduciario anti-covid, quando non stipati in container in seguito ai respingimenti da parte della polizia. Diversa la frontiera, analogo il destino.

Si tratta nella quasi totalità dei casi di esperienze che incidono profondamente nel vissuto psicologico di questi giovani migranti. Come racconta Abdel, neomaggiorenne che ha attraversato la frontiera balcanica: “Sogno spesso le violenze della polizia nei boschi della Croazia. Una volta ci hanno fatto camminare senza sosta in salita per ore, continuando a darci percosse, un poliziotto si divertiva a farlo, gli altri gli dicevano di smetterla ma lui andava avanti. Un’altra volta ci hanno denudato e gettato in un fiume gelato, con le rocce che spuntavano dall’acqua.”

👉 Il report di Daniele Biella

👇 Il videoracconto di Alessio Romenzi

Silvia Proietti
(30 giugno 2021)

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