L’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo (EUAA) dal 19 gennaio 2022 sostituisce l’Ufficio europeo per l’asilo (EASO). La creazione dell’agenzia è stata possibile perché il 9 dicembre 2021 il Consiglio ha adottato il regolamento che trasforma l’EASO in un’agenzia dell’UE a pieno titolo. La nuova agenzia amplierà i poteri della vecchia EASO.
Stefano Pes che è a capo dell’ufficio operativo dell’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo della sezione Italia illustra obiettivi e funzionamento della neo-nata agenzia.
Quali sono i principali obiettivi e novità di funzionamento dell’Agenzia in materia di asilo e migrazioni?
Siamo passati dall’ufficio europeo per l’asilo all’agenzia dell’Unione europea per l’asilo (EUAA) da poco più di un mese. É cambiato tanto ma, allo stesso tempo, molte cose continuano in linea con il nostro precedente lavoro.
Possiamo offrire di più come sostegno tecnico, expertise (formazione). Ci sono alcuni nuovi obiettivi che sono stati inseriti nel nuovo mandato. Innanzitutto possiamo operare in maniera più veloce. É stato creato un pool di esperti, tra il personale degli stati membri. Si tratta di 500 funzionari da dispiegare in caso di richiesta degli stati membri in situazione di particolare pressione per quel che riguarda il flusso migratorio.
Abbiamo avviato un quadro congiunto con Frontex e con Europol, coi quali peraltro noi – come ufficio – già coordinavamo alcune attività. Adesso avremo un team da dispiegare in caso di crisi migratoria. É stato creato un Fundamental Rights Officer dell’Agenzia con l’obiettivo di incrementare l’Accountability verso i richiedenti asilo.
Un altro strumento cui possiamo avvalerci, è la creazione di un pool di funzionari in collegamento dell’agenzia Liaison Officer. La funzione è avere un coordinamento tra l’agenzia e gli stati membri sul sistema di asilo e di accoglienza, così da monitorarne la situazione ed il sistema d’asilo nei diversi Stati UE.
Quali sono le motivazioni fondamentali che hanno spinto alla sostituzione dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo con l’Agenzia dell’Unione Europea per l’asilo? Si può parlare di totale sostituzione o di affiancamento?
La crisi migratoria che ha colpito la Grecia e l’Italia nel 2015-2016 è una delle ragioni principali che ha portato alla creazione dell’agenzia. Il CEAS (Il sistema europeo comune di asilo) e i singoli stati membri non erano adatti a far fronte ai nuovi flussi migratori di massa. Perciò nel 2021, sotto la guida della presidenza portoghese e il sostegno di Malta, Grecia, Italia e Spagna, è stata creata l’agenzia. L’ultima riforma concernente l’asilo risale al 2013, questa del 2021 è la prima dopo la crisi migratoria del 2015. Era evidente l’inadeguatezza del sistema precedente.
Per rispondere all’altra sua domanda, cioè se si può parlare di una totale sostituzione da parte dell’agenzia rispetto alle funzioni degli stati membri, invece di un affiancamento: non si tratta di una sostituzione bensì di una continuazione del sostegno ai sistemi di asilo e di accoglienza degli stati membri.
Qual è la fisionomia del nuovo gruppo di esperti che affiancherà i Governi in materia di Asilo? E quali le loro principali attività?
Il nuovo sistema di monitoraggio è stato sviluppato nel corso degli anni. Al fine di monitorare che il sistema di asilo e accoglienza degli stati membri rispetti i parametri del sistema comune di asilo della UE. É finalizzato a valutare le performance degli stati membri in materia di asilo e fare da advocacy al fine di allinearli al sistema europeo ove ci fossero delle mancanze. Dà le pagelle agli stati membri in materia di asilo e fa advocacy. Il sistema di asilo e quello di accoglienza rimangono ad appannaggio nazionale. Da notare che l’inizio delle attività di monitoraggio é legato alla riforma del del regolamento di Dublino.
L’ufficio aveva soprattutto esperti degli stati membri, un team di sostegno d’asilo. Adesso, con l’agenzia, arriveremo ad avere un pool di 500 esperti da qui a giugno. Le attività rimangono comunque le stesse: registrazioni di richieste d’asilo, identificazione dei richiedenti asilo vulnerabili.
In che cosa consiste il meccanismo di monitoraggio che verrà introdotto per l’accoglienza e i diritti fondamentali?
Il sistema di monitoraggio lo stiamo ancora definendo. L’idea è quella di controllare che gli stati membri stiano rispettando il Sistema Comune di Asilo della UE. Si tratta di un controllo di qualità, ovvero se i paesi membri attuino le Direttive UE nel quadro del CEAS. Cioè che siano assicurati gli standard minimi dell’Ue, ad esempio sugli spazi dove si trovano i richiedenti e il rispetto di genere, etc.
Come già detto in precedenza, il sistema del monitoraggio non può prescindere dalla riforma del regolamento di Dublino.
Comunque il nostro compito è quello di fare advocacy con gli stati membri.
Quali sono gli interventi, nell’immediato futuro, previsti dalla sede operativa di Roma sul tema delle richieste d’asilo in Italia? E in Europa, in particolare lungo la Rotta Balcanica e i confini tra gli Stati? E in questi giorni riguardo all’esodo degli ucraini per via dell’attacco russo?
Vi sono due nuove attività nel piano Operativo dell’Agenzia rispetto ai precedenti interventi, che vengono comunque continuati: sostegno al monitoraggio di qualità delle decisioni in materia di asilo e del sistema di accoglienza. Diamo un sostegno alla Commissione Nazionale di Asilo in collaborazione con l’Altro Commissariato dei Rifugiati affinché si crei un’unità centrale responsabile del monitoraggio delle decisioni d delle Commissioni Territoriali. Inoltre, diamo un sostegno a diverse Prefetture d’Italia per effettuare il monitoraggio dell’accoglienza. Attraverso il dispiegamento dei nostri funzionari che affianchino i responsabili prefettizi nel monitoraggio dei centri di accoglienza.
Per quel che riguarda i Balcani le attività dell’Agenzia non rientrano nel piano operativo Italia. La responsabilità è di altri colleghi che non lavorano nell’ufficio in Itali. C’è una Road map per dare sostegno ai Paesi sulla Rotta Balcanica.
Per quanto riguarda l’afflusso di richiedenti di asilo ucraini, in Italia non risultano importanti numeri ad oggi. Siamo su livelli che possiamo definire standard. Nel caso in cui il numero delle persone di nazionalità ucraina che arrivano in Italia dovesse aumentare, e qualora lo stato membro dovesse essere sotto pressione per accogliere queste persone, l’Agenzia è pronta a valutare come dare sostegno.
Marco Marasà
(2marzo2022)
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