MedFilmFestival: il coraggio premiato da Piuculture

la giuria Piuculture

Il premio assegnato dalla giuria Piuculture va all’iraniano The last step di Ali Mosaffa. Secondo classificato Noor di Cagla Zencirci riceve una menzione speciale. Dopo un lungo e intenso confronto tra i membri della giuria popolare, divisi tra i due film scelti, che offrono agli spettatori una moltitudine di dettagli, idee e sfumature stimolanti, si è arrivato al verdetto finale che non ha escluso completamente altri film in concorso. Nella diversità di stile e contenuto che ha caratterizzato quest’anno i 10 film in gara, durante la cerimonia di premiazione della XVIII-ma edizione del MedFilmFestival, Iliana El Moutii, Mohssen Kasirossafar, Omer Hassan, Igor Sava, Dawlat Moustafa, Vahid Hosseini hanno deciso di premiare e sostenere il film fatto con poche risorse e grande coraggio. I membri della giuria sono stati invitati a salire sul palco per esporre le loro ragioni e la motivazione per la scelta del premio e della menzione speciale. Ognuno di loro si è presentato brevemente. Mohssen ha argomentato la scelta di The last step per il premio Piuculture e di Noor per la menzione speciale. Alla domanda com’è stata l’esperienza della giuria popolare, molto apprezzata al festival, Iliana ha risposto: “E’ stata una bellissima esperienza, per la quale ringrazio MedFilmFestival e Piuculture. Abbiamo vissuto un incontro tra le culture diverse, che sono le nostre culture”.

Perché The last step? L’arte e la cultura persiana hanno lasciato la loro impronta nel film, curato in ogni dettaglio: immagini, regia, sceneggiatura, recitazione. “Persino la presenza del velo in casa, dove la donna dovrebbe stare a suo agio, è giustificata”, dice Mohssen, musicista, che ha visto tre volte The last step  nella lingua d’origine per cogliere il maggior numero di significati possibili. “Fare una ricerca profonda nell’animo iraniano è una scelta molto coraggiosa”. Come cineasta in Iran ti devi autocensurare. Quando presenti il soggetto potrebbe non essere approvato per una virgola, un punto, una frase. Si spendono tanti soldi per realizzare il film, ma se certi elementi oltrepassano “le regole”, l’opera non arriverà mai al pubblico. C’è un detto da noi: “è facile cucire con ago e filo, è difficile cucire con il cucchiaino”. Queste sono le condizioni nelle quali si trovano in molti  a lavorare e creare in Iran. E’ quasi impossibile che i cineasti iraniani vadano a realizzare i loro film in un altro paese,  perché così rischiano di non tornare più in patria.

Lo sguardo critico dei giurati è assicurato dalla loro passione e conoscenza del cinema. Il MedFilmFestival vuole essere un ponte che mette insieme bagagli culturali e tradizioni, che unisce anime e sensibilità, che rivela un certo gusto per la pellicola. Per Igor, pittore moldavo, un film funziona se la sceneggiatura ha una forma equilibrata tra l’incipit, corpo e finale. Dawlat, nata a Cairo, ama film con storie significative, che non facciano mai indovinare il finale. La relazione complicata e affettuosa della coppia in The last step ha colpito i giurati: c’era la suspence per Iliana, di origini marocchine, appassionata del cinema libanese e francese d’impronta maghrebina. Come fan di Farhadi e sostenitore dello stile Spielberg,  l’iraniano Vahid, vedendo il film, è stato travolto dai ricordi: “per ogni spettatore il personaggio muore in momenti diversi della storia, dipende dal punto di vista personale”. Cresciuto con le storie drammatiche del cinema indiano, Omer vota The last step  di Ali Mosaffa per il coraggio e l’impegno: “Anche nel Sudan esiste la censura”. Alla fine dell’incontro la giuria concorda nell’attribuire all’unanimità a The last step  il premio Piuculture per l’alto contenuto artistico, il rispetto per l’umanità, la cultura, la musica, la famiglia e soprattutto per la donna.

Il film più poetico del festival, Noor, ti porta e ti fa entrare in un mondo che non conosci, e per questo merita la menzione speciale assegnata da Piuculture. “Il tema del pregiudizio, come affrontarlo e come sconfiggere le difficoltà, la suspence  – dice Iliana, – hanno convinto la giuria.” Il finale è piaciuto a tutti i giurati. “Noor ti mostra un mondo duro senza far vedere la violenza”, aggiunge Mohssen.

Emma Ansovini di Piuculture che ha curato i rapporti con la giuria, ha visto tutti i film in concorso e ha partecipato ai dibattiti, valuta l’esperienza della giuria Piuculture al MedFilmFestival molto positiva perché permette un concreto e reale scambio interculturale: “Gli stranieri si sono confrontati, mettendo in campo le loro esperienze e i loro diversi approcci sentimentali e culturali, ma al tempo stesso cercando, proprio attraverso l’esplicitazione dei diversi punti di vista, un terreno comune, un modo di sentire condiviso E’ stato ancora anche per questo secondo anno una conferma  di come sia possibile, a partire da realtà diverse e senza perdere le proprie specificità,  raggiungere un’intesa e una condivisione. Mi sembra che in questo senso l’esperienza della  giuria rappresenti bene lo spirito su cui si fonda Piuculture, non la giustapposizione ma l’interazione”.

Raisa Ambros(27 ottobre 2012)