
“San Lorenzo è sempre stato un quartiere paese, quando io ero bambino ci conoscevamo tutti e non c’erano problemi di droga, si pensava a giocare a pallone. Mai ci saremmo aspettati di fare i conti con tutto questo”. Al Nuovo Cinema Palazzo lo dicono tutti: se vuoi conoscere San Lorenzo devi parlare con Franco. Perché Francesco Panuccio qui ci vive da 60 anni e ti può raccontare la storia dell’Antica Coloreria Pennesi Primo E F.lli., che sta a via Tiburtina dal 1888 e dove lui ha iniziato a lavorare da ragazzino. Ti racconta Franco degli artigiani che se ne sono andati, delle librerie che hanno chiuso. Di un quartiere che ha resistito ai bombardamenti del ’43 e oggi rischia di restare schiacciato nella morsa del degrado.
Nella lunga notte di San Lorenzo lo spaccio di droga ha assunto dimensioni preoccupanti, come hanno raccontato le cronache delle ultime settimane: a dicembre una pattuglia della polizia che aveva fermato un ragazzo tunisino per un controllo è stata accerchiata da diversi giovani armati di bottiglie rotte e gli agenti hanno dovuto esplodere due colpi in aria per disperderli. Lo scorso 19 gennaio un gruppo di nordafricani ha attaccato il centro sociale di via dei Volsci 32 con sassi e bottiglie e si è scatenata una guerriglia urbana culminata nello scontro a piazza dell’Immacolata: pugni, calci e bottiglie spaccate in testa davanti agli occhi attoniti della folla che frequenta il quartiere il sabato sera. Neanche 24 ore dopo il raid in piazza dell’Immacolata da parte di alcuni ragazzi incappucciati che hanno aggredito due stranieri finiti in ospedale.

“Non è vero che facciamo spedizioni punitive” dichiara Mirko, attivista del 32 “Questa non è una lotta per il controllo della droga come hanno scritto i giornali. È la gente che è esasperata perché ci sono continuamente scippi e rapine, fanno a bottigliate, molestano le donne. Ci hanno attaccato perché hanno provato a spacciare qua davanti e questo non deve esistere”.
Complice del degrado secondo i residenti è la rete dei negozi di vicinato che hanno progressivamente preso il posto delle attività tradizionali, costrette a chiudere a causa della crisi e degli affitti arrivati alle stelle: “Il quartiere si è riempito di minimarket, per l’80% gestiti da bengalesi, che vendono alcolici dopo la mezzanotte ignorando i divieti” afferma Stefano, rappresentante dell’associazione San Lorenzo 19 luglio, che riunisce i commercianti della zona. “Una Tennent’s che al commercio costa 1 euro e 30 e con l’iva arriva a 1,50 loro la vendono a 1,70. Questo ci porta a farci delle domande”.
“Anche i bar tradizionali hanno iniziato a chiudere sempre più tardi, aiutati in questo dal decreto Salva-Italia che ha liberalizzato gli orari degli esercizi commerciali” racconta Marilena del comitato Ausoni dice basta. “Così in strada si riversa una quantità mostruosa di gente, che arriva da tutta Roma per bere e acquistare droga a basso prezzo. All’una di notte di mercoledì abbiamo picchi di 80 decibel di rumore quando il limite sarebbe di 55. La rete di spaccio del piccolo quartiere si è trasformata in un fenomeno più esteso con flussi dall’esterno perché la zona è diventata interessante e c’è chi ha fiutato l’affare”.

“Noi non abbiamo nessun problema con gli stranieri e non ne facciamo assolutamente una questione razzista” sottolinea Stefano “Lo spaccio è in mano ai magrebini, ma se fossero veneti per noi sarebbe lo stesso”. “C’è un tasso crescente di cittadini stranieri nel quartiere e con loro il rapporto è ottimo, così come con i venditori di strada” conferma Marilena “Non ci sono episodi di intolleranza”.
Gli interventi delle forze dell’ordine, che negli ultimi mesi hanno portato a diversi arresti per spaccio di droga e alla chiusura di esercizi commerciali colpevoli di violazioni non sembrano sufficienti ad arginare il fenomeno: “I locali hanno riaperto e hanno ricominciato a fare quello che facevano prima” racconta Marilena “Quando chiamiamo polizia e carabinieri ci sentiamo rispondere ‘non possiamo intervenire, non possiamo passare con la macchina altrimenti rischiamo di far scoppiare un casino’. I vigili invece a via degli Ausoni non sono mai entrati”.
E le istituzioni? “Il Municipio si è dimostrato molto disponibile ma ai fatti non è riuscito a capire che le delibere non bastano se poi non vengono applicate” dichiara Stefano “Serve un intervento pesante delle forze dell’ordine”. I commercianti chiedono inoltre l’equiparazione della ZTL a quella delle altre zone di Roma “L’attuale situazione ci vede svantaggiati e riaprire l’area al traffico significherebbe anche rompere l’isolamento del quartiere”.

“È mancata la gestione del territorio in relazione ai cambiamenti che venivano fatti” sottolinea Lorenzo Manni del Grande Cocomero. “La vita notturna è un’opportunità anche di sviluppo di una zona. D’altra parte se tu la svaluti completamente, se non ti sforzi di diversificare l’offerta con una proposta culturale ti ritrovi un quartiere ostaggio di un fenomeno che tu hai creato”. “Hanno snaturato San Lorenzo prima con i locali, poi con gli affitti” gli fa eco Paolo “Questo era un luogo di artigiani, di operai. Ne sono rimasti un paio. Si è riempito di supermercati e divertifici”.
“I divieti non funzionano, bisogna progettare” è la convinzione di Lorenzo: “Piazza dell’Immacolata è un’opportunità per i cittadini, va usata per le attività culturali”. Già perché nonostante il degrado San Lorenzo resiste, come dimostrano le battaglie di questi anni che hanno visto le realtà del quartiere riappropriarsi degli spazi, inventarsi un’idea nuova di città e di politica. Vicina alla gente perché produce servizi e cultura. A loro è dedicata la seconda puntata della nostra inchiesta.
Sandra Fratticci (5 febbraio 2014)
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