Rapporto immigrazione e imprenditoria: il rilancio dell’UE

rapporto immigrazione e imprenditoria
Radwan Khawatmi, fondatore e presidente di Hirux International Milano

“Dobbiamo sconfiggere i falsi miti: gli immigrati non occupano il posto di lavoro degli italiani. Noi abbiamo sostituito i posti lasciati liberi nelle concerie, acciaierie, nell’edilizia. Siamo più disponibili, più umili, lavoriamo nei giorni feriali e festivi e abbiamo una propulsione al rischio uguale a quella che avevano gli italiani immigrati all’inizio del secolo anche se veniamo pagati circa 30% in meno rispetto ai lavoratori italiani”, questa forte verità emerge dal discorso di Radwan Khawatmi, fondatore e presidente di Hirux International Milano, uno dei primi immigrati di origine siriana sbarcati in Italia. Khawatmi ha aperto il convegno Rapporto Immigrazione e imprenditoria, il 10 luglio a Roma, organizzato da Centro Studi e Ricerche IDOS. L’azienda dell’imprenditore siriano è leader nel settore del freddo al livello europeo e mondiale. Parlando dei diritti degli immigrati, Khawatmi ha reclamato quello della cittadinanza per i figli nati e cresciuti in Italia, ragazzi che devono continuare a chiedere il permesso di soggiorno e ha affrontato il diritto del voto amministrativo per gli stranieri. “Se sono un cittadino per bene, pago le tasse, non ho precedenti penali, mando i miei figli a scuola perché non posso scegliere l’amministratore della mia città? Crediamo di dare un contributo crescente al paese e vorremo essere sempre all’altezza e partecipare allo sviluppo dell’Italia”. Toccanti le sue parole da immigrato che ha vissuto i problemi di persona: invita a lavorare con determinazione per eliminare i pregiudizi, incoraggia l’imprenditoria immigrata e attira l’attenzione sull’opportunità di agevolare i mutui per la prima casa per gli stranieri che vogliono stabilirsi qui.

Rapporto immigrazione e imprenditoria“Questo rapporto è una cosa innovativa in Italia”, ha dichiarato Franco Pittau, presidente Centro Studi e Ricerche IDOS. E’ un’analisi dell’imprenditorialità immigrata a tre diversi livelli – europeo, nazionale e territoriale – e propone dati aggiornati all’inizio del 2014, con molteplici approfondimenti che consentono di individuare lo specifico apporto degli immigrati all’economia del paese. Il nuovo Rapporto si basa sull’analisi delle imprese registrate negli elenchi delle Camere di Commercio: 6.061.960, di cui 497.080 controllate da persone nate all’estero. Si nota che in Italia si sono affermate ditte di dimensioni ridotte come quelle artigiane, che faticano maggiormente nel mercato globalizzato. Le imprese individuali superano la metà del totale tra quelle controllate dagli autoctoni – 51,9% – e arrivano all’80,6%  – oltre 400mila – tra quelle degli immigrati. I settori più gettonati sono  l’edilizia e la manifattura, le attività agricole, in crescita il terziario, il commercio e le attività di alloggio e ristorazione con le iniziative che si concentrano al Nord.

Victoria Terrones Castro, imprenditrice peruviana nel settore servizi e Vicepresidente Confcooperative Roma
Victoria Terrones Castro, imprenditrice nel settore servizi e Vicepresidente Confcooperative Roma

“Consiglio a tutti gli stranieri prima di aprire una partita IVA di informarsi delle leggi in vigore, non fare come me, che pur pagando le tasse ho rischiato di andare in prigione”, spiega Victoria Terrones Castro, imprenditrice peruviana nel settore servizi e Vicepresidente Confcooperative Roma. Nella sua cooperativa “Queens Servizi” ha 23 soci lavoratori di 10 nazionalità, con un fatturato di mezzo milione di euro. Offre servizi di pulizia, servizi per l’ambiente, manutenzioni edili. Victoria è un esempio di imprenditoria immigrata femminile e dà il lavoro anche agli italiani. La sua impresa è multiculturale, un modello di integrazione: “Ho assunto anche donne rom, scoprendo in loro una grande risorsa e voglia di uscire dalla marginalizzazione”. Nel 2012 ha partecipato al MoneyGram Award, ricorda  Massimo Canovi, vicepresidente Southern Europe MoneyGram, una delle aziende che ha finanziato il Rapporto.

“Impresa facile” è un’iniziativa della Camera di Commercio di Roma per dare un sostegno reale alle imprese: 2500 euro per costituirsi. CNA di Roma mette altri 2000 euro per sostenere i costi di avvio dell’impresa. Sono in corso degli accordi per dei microcrediti e

Lorenzo Tagliavanti, vicepresidente Camera di Commercio Roma
Lorenzo Tagliavanti, vicepresidente Camera di Commercio Roma

finanziamenti. Il business plan viene fatto insieme all’imprenditore”, questa è la novità presentata da Lorenzo Tagliavanti, vicepresidente Camera di Commercio Roma. Una realtà che incoraggia gli stranieri a crearsi il lavoro mancante: da gennaio su oltre 1800 richieste sono state avviate 300 imprese con questo programma, l’11% realizzate da immigrati. Tagliavanti sostiene che rimane il problema dei crediti, le imprese partono con circa 35mila euro di investimenti, ma la forza sta nelle capacità dell’imprenditore.

Il problema dell’abitazione è sempre attuale: “Ricordo gli italiani immigrati che costruivano le case ma non ne possedevano una, così anche gli immigrati stranieri costruiscono le abitazioni per gli italiani mentre loro vivono in condizioni precarie”. La frase si è fissata nella memoria e porta ad altre parole sentite nel convegno: “Il lavoro non è solo il pane, ma la dignità e la dignità è legata alla cittadinanza”.

Raisa Ambros

(16 luglio 2014)

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