Shi Yang Shi: l’attore che apre una porta di bronzo al Brancaccio

Shi Yang Shi  nello spettacolo Porta di bronzo, lo stesso sogno  - Tong Men-g
Shi Yang Shi nello spettacolo Porta di bronzo, lo stesso sogno – Tong Men-g

“I cinesi, quando vengono in Italia, non dovrebbero pensare solo ai soldi ma anche ad entrare negli ambienti dove la comunità cinese possa sentirsi parte della società”, è il consiglio dell’attore Shi Yang Shi a tutti i cinesi che aspirino a integrarsi nella società italiana. Il protagonista di “Porta di bronzo, lo stesso sogno  – Tong Men-g”,il primo spettacolo bilingue con un artista cinese prodotto da Compost e presentato al Teatro Brancaccio il 22 settembre, mostra sorridente la sua emozione dopo il successo teatrale, frutto di tanti anni di ricerca e lavoro.

“Sono cinese perché sono nato in Cina o italiano perché cresciuto in Italia?” sono le domande di un’identità sospesa tra due culture, un’identità spezzata e composta da tanti interrogativi comuni ai nuovi italiani di seconda generazione. Tong Men-g è una porta chiusa di cui Shi Yang Shi ha cercato la chiave durante le tre ore di spettacolo di fronte ad un pubblico di oltre 600 persone. Un monologo tratto dal “Libro degli Antenati”, che racconta le vite degli antenati di Tong Men-g attraverso vari momenti della grande storia della Cina e che hanno segnato Shi Yang Shi  nello spettacolo Porta di bronzo, lo stesso sogno  - Tong Men-ganche l’esistenza della sua famiglia. Nella seconda parte dello spettacolo mette in scena la sua storia, dall’arrivo in Italia a 11 anni fino a diventare l’inviato de “Le iene”. Lo spettacolo è nato dall’incapacità dell’attore di accettare che la sua vita fosse composta di mille pezzi, esattamente come l’abito da arlecchino indossato, e così, grazie alla regista Cristina Pezzoli, ha capito che per conoscere se stesso doveva andare alla scoperta delle sue radici.

Shi Yang Shi  nello spettacolo Porta di bronzo, lo stesso sogno  - Tong Men-gIl talento dell’attore si rivelava, man mano che indossava i panni dei suoi parenti. “E’ stato pesante immedesimarmi in mio padre, scoprire che era stato una guardia rossa. Invece di giudicarlo, ho compreso la sua diversità senza odiarlo e ho scoperto anche una parte di me”. Con la plasticità innata del mimo, Shi Yang Shi ha interagito con il pubblico in italiano e cinese, cambiando in continuazione il registro e i costumi. L’utilità della scelta bilingue nello spettacolo Tong Men-g è stata confermata dal pubblico: gli italiani reagivano alle battute in italiano, i cinesi ridevano al monologo nella loro lingua.

Dopo essere stato bocciato, dopo il primo anno di scuola in Italia, Shi Yang Shi ha capito che doveva puntare in alto, imparare bene l’italiano, pronunciare perfettamente la “erre” ed integrarsi. Considera la chiusura dei cinesi una forma di protezione: “si concentrano solo a lavorare per mandare i soldi in Cina. Non li difendo però li capisco”.

Shi Yang Shi  nello spettacolo Porta di bronzo, lo stesso sogno  - Tong Men-gShi Yang Shi è riuscito a far capire quello che io non riesco ad esprimere”, è la testimonianza di Liu Zen, nato in Cina e cresciuto in Italia. “Ho rivisto la mia vita qui, anche io sto cercando di capire se sono più italiano o più cinese. L’Italia ci ha dato tanto a noi cinesi le siamo grati di questo”. Una donna cinese aggiunge: “ha raccontato tutta la verità sulla nostra vita”. “Lo spettacolo è molto toccante” dice Fabio, romano di Piazza Vittorio “abbiamo molti pregiudizi, invece conoscere di persona la storia di una vita ti dà una dimensione diversa della sua esistenza. Lo spettacolo risulta profondo senza essere pesante, divertente senza essere superficiale. Un capolavoro consigliato ad ogni essere umano pensante”, conclude Maurizio, professore di filosofia.

Raisa Ambros

(24 settembre 2014)

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