Assemblea pubblica all’Esc: chiudere i C.i.e. subito

Un detenuto del c.i.e. con la bocca cucita in segno di protesta
Un detenuto del c.i.e. con la bocca cucita in segno di protesta

Dei 13 c.i.e. (centri di identificazione ed espulsione) presenti sul territorio italiano ne restano al momento solamente cinque aperti, gli altri sono stati resi temporaneamente inagibili: le proteste dei migranti contro le condizioni degradanti vissute lì dentro hanno portato a diffusi atti di rivolta, il più significativo quello di Capo Rizzuto nell’agosto del 2013, giudicato legittimo dalla magistratura perché la difesa portata avanti è stata ritenuta proporzionata all’offesa subita.

Lo stesso sta avvenendo anche in Grecia ed Israele, non che condividere un sistema barbarico di violazione dei diritti umani basilari renda il nostro Paese meno colpevole, chiaro. L’unica consolazione è che, se non altro, a livello mediatico si sta prestando attenzione maggiore, come nel caso del video messo in onda dal Tg2 sulle docce antiscabbia all’aperto – in pieno dicembre – e in totale promiscuità, che ha portato molti “ospiti” del c.i.e. romano di Ponte Galeria a cucirsi la bocca per dimostrare il dissenso.

I motivi delle reclusioni S. è un rifugiato afghano, lavora come mediatore culturale per la Commissione che valuta le domande dei richiedenti asilo. È intervenuto nel corso dell’assemblea pubblica dell’Esc del 5 febbraio al Nuovo Cinema Palazzo, spiegando la situazione almeno per quanto riguarda i compatrioti.

La maggior parte delle richieste vengono ricusate per “false dichiarazioni di identità”, ma c’è un motivo dietro. “Quando l’Italia le respinge, le opzioni sono due, tornare a casa o andare in Grecia. Nel secondo caso si incontrano connazionali diretti qui, ci si parla, si raccontano i trattamenti nei c.i.e., delle notti passate a Piramide per dormire e gli altri non vogliono più arrivare”.CIE MANIFESTAZIONE PROTESTA CENTRI IDENTIFICAZIONE ROMA IMMIGRATI CLANDESTINI

Poiché per la Convenzione di Dublino la richiesta di asilo può avvenire nel primo paese in cui si mette piede, “si dà un nome falso, sperando di deviare per la Svezia o la Danimarca”. Ma il sistema europeo di raccolta ed archiviazione delle impronte digitali non è aggirabile e il trucco è facilmente svelabile, rendendo vana la procedura verso la concessione dello status di rifugiato.

Inutile a quel punto spiegare le ragioni della partenza, delle vendite di gioielli e terreni di famiglie che vogliono dare un futuro ai figli arrivando a pagare 15 mila dollari trafficanti, dei sodalizi “fra polizia e fascisti in Grecia per picchiare i migranti. Abbiamo già sofferto molto, dobbiamo lottare affinché non avvenga ancora”.

“L’abolizione dei c.i.e. non sarebbe nemmeno contro il sistema normativo vigente”, spiega Salvatore Fachile, avvocato dell’Asgi – Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione. “È un atto compatibile con la resistenza ma non necessariamente rivoluzionario, rientra nell’idea dell’incostituzionalità dei centri”. L’Unione Europea li prevedeva solamente come “forma totalmente residuale di una legislazione che addirittura potrebbe anche non cambiare, anche se dovrebbe”.

Salvatore Fachile dell'Asgi
Salvatore Fachile dell’Asgi

L’Italia è stata accusata ripetutamente dall’Europa per le condizioni dell’accoglienza, le reazioni sono state la depenalizzazione del reato di clandestinità e l’allargamento da 3 mila a 12 mila beneficiari dello s.p.r.a.r. – Sistema di protezione per rifugiati e richiedenti asilo – a scapito dei c.a.r.a. – Centri di accoglienza per richiedenti asilo. “In realtà si tratta di chiamare l’emergenza Nord Africa con altro nome, mentre per il primo accorgimento è un cambiamento che non ha peso effettivo sulle regole. L’unica soluzione sarebbe organizzarsi come accadeva sia pure per piccoli numeri con gli S.p.r.a.r. di qualche anno fa”.

L’appuntamento con l’Esc, le altre numerose realtà associative interessate e chiunque voglia è per il 15 febbraio alle 15 sotto la struttura di Ponte Galeria per chiederne a gran voce la chiusura. Il corteo precederà un’altra imponente manifestazione, il 16 febbraio presso il c.a.r.a. di Mineo (Ct), il più grande d’Europa.

Gabriele Santoro(6 febbraio 2014)

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