
“Siamo in una condizione di vergogna, nazionale e europea”. Così Pietro Soldini, responsabile dell’ufficio immigrazione della CGIL, nel sit-in a Montecitorio organizzato venerdì 11 luglio insieme a Servizio Rifugiati e Migranti Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Lunaria, Medu, Progetto diritti, Senza confine. Obiettivo della dimostrazione richiamare le istituzioni alle proprie responsabilità, affinché siano fermate le stragi nel Mediterraneo e sia garantita accoglienza e dignità ai rifugiati in Europa attraverso:
- l’apertura di canali umanitari con il coinvolgimento delle Nazioni Unite
- l’applicazione della Direttiva Europea sulla Protezione Temporanea – 2001/55/CE
- la realizzazione di un piano nazionale per l’accoglienza, coinvolgendo oltre agli enti locali e alle regioni le associazioni e gli enti di tutela
“L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati trasmette due rapporti settimanali in cui fornisce il numero delle persone che arrivano in Europa, sarebbe possibile programmare gli interventi in modo scientifico” sottolinea Soldini “Non è possibile invocare l’intervento dell’Europa se prima non si implementa un piano nazionale di accoglienza”.

Presente al sit-in anche Khalid Chaouki, deputato PD e membro dell’intergruppo parlamentare sull’immigrazione: “Il semestre italiano di presidenza UE deve diventare l’occasione per uscire dalla logica dello scarica barile e dare l’esempio agli altri paesi europei”. Tra le priorità per l’agenda europea la revisione del protocollo di Dublino, affinché sia finalmente riconosciuto il diritto alla libera circolazione ai titolari di asilo. A livello nazionale urgente lo sblocco dei fondi per i minori non accompagnati e la garanzia che nei Cara ci sia pieno rispetto dei diritti fondamentali, anche attraverso il controllo degli enti gestori, per il quale partirà a settembre una commissione di inchiesta.
“Il conteggio macabro dei morti, le politiche del rifiuto non servono. Quello che serve sono delle politiche dei diritti” è il fermo monito di Grazia Naletto di Lunaria. “Nei prossimi mesi dovremo mettere in campo molte più risorse”. Claudio Graziano, responsabile immigrazione dell’ARCI di Roma, richiama l’attenzione su un maggior impegno da parte di cittadini e associazioni: Se riusciremo a coordinarci e dare una risposta credo che avremo fatto un passo in avanti”.

Numerosi gli interventi che denunciano le gravi responsabilità nel determinare morti invisibili e vite ai limiti della sopravvivenza. Stefano Galieni, responsabile immigrazione di Rifondazione Comunista, ricorda il giovane Manuel, morto pochi giorni fa al Selam Palace, enorme centro rifugiati occupato dove l’associazione Cittadini del Mondo è lasciata sola a gestire una situazione sull’orlo del collasso. Chiara Polcaro, iscritta CGIL, sottolinea il legame tra migrazioni e sfruttamento: “Nessuno può dimenticare il traffico di rifiuti tossici in Somalia o quello di armi in Nigeria, ma anche le alluvioni nel sud est asiatico, tutti fenomeni provocati da una società che si sta muovendo male e deve quindi farsi carico delle conseguenze devastanti che produce”.
“Di quello che realmente accade in Siria, a Gaza, nel Kurdistan non si parla. Se non vogliamo che queste persone vengano in Europa dobbiamo intervenire adesso” afferma Garip, del centro culturale Ararat: “Lasciate la nostra terra, e noi lasceremo la vostra”.
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Sandra Fratticci (17 luglio 2014)
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