“In Afghanistan non parlerei di corridoi umanitari, piuttosto di un’evacuazione di emergenza di alcune migliaia di persone. Il nostro auspicio è che l’aiuto umanitario, indipendente, neutrale e imparziale venga privilegiato sopra ogni altra considerazione di natura politica”. A parlare Giovanni Visone, Direttore Comunicazione e Raccolta Fondi INTERSOS, l’ONG che offre aiuto e protegge i bisognosi in 19 Paesi del mondo.
Una crisi umanitaria senza fine
“L’Afghanistan – prosegue Visone – vive una gravissima crisi umanitaria da almeno quarant’anni, un conflitto sostanzialmente ininterrotto dall’invasione sovietica nel 1979. Oggi la gran parte degli afghani non ricorda più il suo Paese senza la guerra. La crisi umanitaria, che si è ulteriormente approfondita negli ultimi anni, è destinata a peggiorare anche a causa della chiusura e dell’interruzione delle attività dei centri di salute che ricevevano fondi dall’ex governo, seppur gli accessi e le richieste di aiuto arrivate in questi centri siano enormemente cresciute in queste settimane. A preoccupare è anche la crisi finanziaria che peggiora sempre più nel Paese a causa della mancanza di risorse. Ci sono anche i primi segnali di una riduzione dell’approvvigionamento di beni primari, comprese le medicine, per questo è fondamentale che il mondo non abbandoni l’Afghanistan. Ovviamente a Kandahar in questo momento si spara meno di quanto si sparasse due mesi fa, perché chiaramente tutta la provincia è sotto il controllo dell’emirato islamico dei talebani e quindi i combattimenti sono cessati. Ma la crescita dei bisogni umanitari è in costante aumento”.
Assistenza medica ai bisognosi
“Attualmente i nostri progetti in Afghanistan e quindi tutti i centri che supportiamo sono attivi e la nostra presenza è pienamente operativa. Anche i due Trauma point, centri di primo soccorso e di pronto intervento in situazioni di emergenza, sono funzionanti. Dislocati a ovest di Kandahar, possono garantire la presa in carico di casi anche gravi e il trasferimento di casi che hanno bisogno di un’assistenza specialistica di secondo livello. I Trauma point consentono alla popolazione dei distretti rurali di ricevere cure sanitarie in caso di infortuni, lesioni interne e gravi traumi, quindi anche operazioni chirurgiche e stabilizzazione di ferite, a cui altrimenti non avrebbero avuto accesso, essendo l’assistenza sanitaria quasi assente in quelle zone. Per questo motivo lanciamo un forte appello alla solidarietà e a sostenere i nostri progetti in Afghanistan”.
I minori afghani e l’indifferenza dell’Italia
“Non possiamo non osservare la contraddizione ipocrita di un’Europa che si batte il petto per esprimere solidarietà per l’Afghanistan, ma poi chiude le porte e non prevede piani di accoglienza per gli afghani che cercano rifugio – denuncia Visone –. Ad esempio i minori stranieri non accompagnati (MSNA) afghani arrivano in Italia, attraverso la rotta balcanica, da oltre dieci anni nel disinteresse assoluto delle istituzioni. In tutti questi anni nessuna misura adeguata è stata presa nei loro confronti così come non sono cambiati i limiti dell’accoglienza, vincolati a regolamenti europei che di fatto impediscono di garantire protezione ai minori stranieri non accompagnati in transito”.
In aumento i minori stranieri soli a Roma
“INTERSOS ha accolto e supportato migliaia di MSNA a Roma da quando, nel 2011, abbiamo aperto il centro A28, con il quale diamo rifugio anche a MSNA in transito: ragazzi particolarmente vulnerabili poiché non intendono fare domanda d’asilo in Italia, ma raggiungere parenti e comunità presenti in altri Paesi del nord Europa. Di fatto escono dal sistema di accoglienza ufficiale e cercano di attraversare l’Italia come meglio possono. Attualmente non esiste una protezione per loro, anche a causa del regolamento di Dublino III, il quale prevede che la domanda d’asilo vada fatta nel primo Paese di accoglienza in Europa, per cui quello in cui si viene identificati, e non prevede la possibilità di attraversare il territorio dell’Unione Europea che invece è quello che questi ragazzi desiderano fare. Negli ultimi mesi abbiamo assistito alla ripresa e all’aumento del flusso di MSNA in transito a Roma. Attraverso il regolare monitoraggio dei principali centri di incontro e di aggregazione di questi ragazzi nella città, soprattutto intorno alle stazioni, ci siamo resi conto del loro aumento e abbiamo quindi intensificato l’attività di assistenza e protezione. È impressionante pensare che ci siano dei ragazzini, degli adolescenti, abbandonati nelle nostre strade e lasciati soli. Molti di loro provengono da zone di conflitto come la regione del Tigrai in Etiopia”.
Il centro a Torre Spaccata
Di recente INTERSOS ha inaugurato l’ampliamento del centro nato nel 2018 da una scuola abbandonata in un complesso di servizi sociali a Torre Spaccata. “Abbiamo ristrutturato la scuola completamente per restituirla alla comunità come uno spazio sociale di accoglienza: si chiama Intersos24 perché è nato con l’idea di essere uno spazio aperto 24 ore al giorno. Oltre all’accoglienza prevede una serie di attività di supporto psicosociale e anche di inserimento sociale e di inclusione attraverso laboratori e uno sportello per l’orientamento al lavoro di persone vulnerabili. L’apertura del secondo piano ci ha consentito di ampliare ulteriormente le nostre attività. Nel centro si trova il laboratorio di sartoria solidale Cygnus, nato dall’iniziativa di un gruppo di donne rifugiate, o il laboratorio di cura del sé ed estetica, molto importante per donne che hanno subito traumi e violenze. Ci sono anche i corsi di lingua. È quindi un centro che offre una grande attenzione alle categorie più vulnerabili: donne sole donne sopravvissute alla violenza di genere e minori soli o neo maggiorenni usciti dal sistema dell’accoglienza”, conclude Visone.
Vincenzo Lombardo
(08 settembre 2021)
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