Corridoi umanitari Afghanistan: firmato il protocollo di intesa

Giovedì 4 novembre 2021, presso il Viminale, alla presenza del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, è stato firmato un protocollo di intesa che mira alla creazione di corridoi umanitari destinati a cittadini afghani, provenienti in particolare da Iran e Pakistan, che necessitano di protezione internazionale. Il protocollo è stato definito attraverso il contributo di una pluralità di soggetti, tra cui l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati e il Ministero degli Affari Esteri.

Corridoi umanitari per l’Afghanistan: le novità dell’accoglienza

Saranno 1.200 i cittadini afghani che verranno accolti ed ospitati a cura della Caritas di Roma, della Comunità di Sant’Egidio, della Tavola Valdese, della Federazione delle Chiese Evangeliche, dell’ARCI e del Ministero dell’Interno: quest’ultimo incaricato anche del trasporto aereo dei beneficiari. Il protocollo prevede il ricorso ai corridoi umanitari, quella “best practice”, come l’ha definita Marco Impagliazzo – Presidente della Comunità di Sant’Egidio –“realizzata attraverso una sinergia tra cittadini, comunità cristiane e istituzioni”, che ha visto la luce per la prima volta nel 2015 e che ora viene riproposta per far fronte alla disgregazione di un Paese in cui i diritti umani o il valore di essere donna sembrano essere stati cancellati insieme al vecchio governo.

La novità del progetto è, dunque, quella che si potrebbe definire una vera e propria istituzionalizzazione del “sistema corridoi”, che realizza l’integrazione tra l’accoglienza da parte del c.d. “privato – sociale” e l’evacuazione umanitaria a carico dell’erario, “espressione di un approccio innovativo alla questione dell’immigrazione, che fa di accoglienza e integrazione i suoi pilastri”. In questo contesto si collocano la definizione di procedure di ingresso che tengano conto dell’emergenza covid-19 e la stipula di un accordo specifico con le ASL e l’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà (Inmp), al fine di garantire un supporto sanitario adeguato alle persone ospitate.

Corridoi umanitari per l’Afghanistan: criticità e speranze

L’incontro al Viminale raccoglie le voci dei firmatari del protocollo, rappresentanti di realtà diverse ma tutti fermamente convinti dell’efficacia – oltre che della rilevanza – di una iniziativa che li vede tessere del mosaico che forma la parola corridoi umanitari. Tuttavia non è questo l’unico punto di convergenza delle opinioni, ma piuttosto l’aperta constatazione di un’Europa poco partecipe: “occorre una redistribuzione delle persone, ma soprattutto delle responsabilità tra i Paesi, in coerenza con il principio di solidarietà su cui l’Europa si fonda”, sottolinea il Ministro Lamorgese, perchè “è giusto salvare vite, ma è ingiusto che a farlo sia solo l’Italia”.

Valeria Frascaro
(4 novembre 2021)

Leggi anche:
“Corridoi umanistici” tra le due sponde del Mediterraneo
Un corridoio umanitario europeo dalla Libia per accogliere i migranti
Corridoi universitari: il progetto UNICORE