Cinema

Mihaileanu: la ricchezza nasce dalle culture che si intrecciano

Il mondo non è fatto solo di culture, "c'è anche l'individuo che offre la propria individualità come un bene comune: nei momenti più difficili è importante rimanere sé stessi e sempre in dialogo con gli altri"

MedFilm Festival: la premiazione della giuria PiuCulture 2013

Venerdì 28 Giugno, presso il suggestivo Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, il MAXXI,  si è svolta la cerimonia conclusiva della XIX edizione di MedFilm Festival 2013, dove sono stati conferiti i premi...

Medfilm Festival, premio Methexis a The Curse

Un israeliano a dormire in stanza con un libanese, una greca con una turca. Il Medfilm Festival, con la potenza unificatrice che il cinema ha grazie al suo linguaggio universale, riesce a creare anche convivenze di questo tipo, assolutamente non artefatte, per i ragazzi delle scuole cinematografiche dei rispettivi paesi che hanno preso parte della giuria selezionatrice del vincitore dei premi Methexis e del Cervantes per i cortometraggi.Itay Akirav, israeliano, Wissan Tanios, libanese, Selin Grungor, dalla Turchia, Amanda Rodriguez, spagnola, Ira Dika, albanese di nascita ma in Grecia dall’età di nove mesi e Ivan Kelava, croato, sono i sei membri che nel carcere di Rebibbia la mattina del 27 giugno, unitamente ad una rappresentanza di detenuti provenienti anche da Pavia, Matera e Terni, sono giunti ai verdetti svelati nella serata di premiazioni del giorno successivo al MaXXI.Ad aggiudicarsi il premio Methexis è stato The Curse, coproduzione marocchino-britannica, storia di un’adolescente costretta a soddisfare le richieste di alcuni ragazzini che minacciano di raccontare al villaggio – localizzato nel bel mezzo del deserto – la sua avventura amorosa con un uomo più grande. “Il film è sottile e provocatorio”, la motivazione, “la protagonista vuole affrancarsi dalla società rappresentata dai bambini che non le permetteranno di fuggire dalla realtà in cui vive. L’intensa prova attoriale della ragazza è estremamente realistica e autentica, in accordo con l’approccio documentaristico adottato dal regista, che spinge il pubblico a calarsi nel suo mondo”.Il premio Cervantes è andato al francese Son Indochine, film di animazione in cui il protagonista, nel giorno dell’ottantesimo compleanno, è costretto da un regalo della nipotina a rivivere ricordi sepolti della guerra nel sud-est asiatico – per intenderci con spunti alla Valzer con Bashir. “Solleva il problema di affrontare un trauma in maniera leggera, coinvolgendo la totalità dei sensi dello spettatore”. È stata questa la pellicola che più ha trovato concordi le due giurie.L’idea di cinema può differire su alcuni aspetti Oltre ai dettagli tecnici, ovvio pane quotidiano per chi questa materia la studia, tra i ragazzi c’è forse più attenzione all’aspetto simbolico rispetto ai detenuti, catturati maggiormente dalla concretezza della trama, “ma avevano tutti un buon bagaglio culturale”, aggiunge Ivan, positivamente impressionato da quello che può considerarsi il superamento dello stereotipo del carcerato abbrutito in cella. La scelta per la composizione della giuria, non a caso, è ricaduta tra chi frequenta il laboratorio teatrale degli istituti di pena coinvolti.Una settimana intensa, una grande esperienza per tutti gli studenti, soddisfatti del livello della rassegna e ancora di più dell’atmosfera che si è respirata in quattro giorni di vita a stretto contatto. “Ci siamo goduti la permanenza e il cibo italiano”, anche se per i più resta ancora un mistero come si faccia a mangiare pasta tutti i giorni. “Siete un grande popolo”, si sente di affermare Itay. La speranza è di mantenere il legame venutosi a creare, “dovremmo cercare di organizzarci per visitare a turno il paese di ciascuno”, si augura Selin.

MedFilmFest 2013, protagonista è lo sguardo femminile

Tanti giovani registi, tante donne, e piacevoli sorprese anche dall'Italia: la 19esima edizione del MedFF presenta il meglio del cinema del Mediterraneo,avvalendosi anche quest'anno del contributo della giuria Piuculture

MedFilm Festival 2013 riparte il 21 giugno in versione estiva

La XIX edizione del MedFilmFestival 2013 è stata presentata il 18 giugno, alla Casa del Cinema, curato, come ogni anno, dall’intraprendente Ginella Vocca Presidente Fondatore di MedFilm Festival. Il festival che quest’anno partirà il 21...
Parisa Nazari

MedFilm Festival: Parisa Nazari si racconta

Parisa Nazari ha 39 anni, è nata a Teheran ed ha eletto l’Italia a sua casa dal 1996. “Sono una farmacista e madre di due gemelli” afferma “e sono arrivata in questo Paese insieme...

Giuria Piuculture verso il Medfilm Festival: ecco Fedoua

Dal 21 giugno aprirà i battenti la diciannovesima edizione del Medfilm Festival, la rassegna cinematografica dedicata alle pellicole provenienti dal Mediterraneo, tornerà anche la giuria Piuculture, alla sua terza esperienza. Dopo Alexandra Crasnaru, conosciamo...

"Il colore del camaleonte" apre la Festa del cinema bulgaro

Con “Il colore del camaleonte” di Emil Hristov si è aperta la VI edizione della Festa del cinema bulgaro, rassegna ospitata dalla Casa del Cinema dal 25 al 27 maggio dedicata alle produzioni del paese est europeo. Promotore dell’evento, l’Istituto Bulgaro di Cultura con il sostegno del ministero della Cultura della Repubblica Bulgara e di Roma Capitale – assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico.La trama Batko Stemanov viene reclutato come spia dalla polizia segreta del presidente Mladanov con lo scopo di infiltrarsi in un gruppo di intellettuali sospettati di cospirazione contro il governo. L’intraprendenza del giovane lo porterà a realizzare un piano alternativo, parallelo ma distaccato dall’operazione, con tanto di creazione di un vero e proprio archivio privato. Il crollo del regime comunista darà il via ad una serie di eventi concatenati, fatti di ricatti legati alla presenza di dossier compromettenti, innescando un gioco da tutti contro tutti, dove nessuno può rischiare passi falsi. A fare da filo conduttore, la fissazione maniacale del protagonista per gli impulsi sessuali tipici della natura umana ma soprattutto per l’onanismo, residuo di un’educazione repressiva ricevuta durante l’infanzia.La pellicola ha la complessità strutturale tipica dei film di spionaggio di ambientazione nel blocco sovietico, con una costante auto-analisi dei personaggi. Specialmente in Batko è evidente la romanticizzazione del suo ruolo di informatore, in scene che richiamano esplicitamente “Casablanca” realizzate per lo scopo in bianco e nero. Il ricco palmares conta il premio “La rosa d’oro”, al festival di Varna 2012, dove si sono aggiunti i riconoscimenti come miglior operatore e dei giornalisti accreditati. Nomination per il “Cavallo di bronzo” a Stoccolma ’12, diploma d’onore a Salonicco e nomination nella sezione “Scoperta a Toronto, sempre nello stesso anno.La proiezione è stata preceduta dai saluti istituzionali, con la presenza del ministro bulgaro della Cultura Vladimir Penev, popolare attore e da pochi mesi membro del governo, per la prima volta ospite in questa doppia veste. Cui sono arrivati i ringraziamenti tutt’altro che pro forma di Jana Yakovleva, direttrice dell’Istituto Bulgaro di Cultura, per gli sforzi profusi “anche in questo periodo di grave crisi”.Altro partner dell’evento, la Camera di Commercio italiana in Bulgaria, sponsor nell’ottica di una cooperazione di mercato e culturale, inoltre sostenitrice della candidatura di Sofia a Capitale Europea della Cultura per il 2019. “Il contributo nel supportare iniziative di questo tipo è parte di una mission di interscambio con momenti di incontro, veicolo per uno sviluppo anche economico”, aggiunge Anselmo Caporossi, presidente dell’Osservatorio sui fondi strutturali e programmi comunitari.Programma della rassegna Domenica 26 maggio vedrà ben 3 appuntamenti. Alle 17, “Lo straniero”, di Nikolay Iliev, commedia romantica con lo spirito dei film francesi anni ’70; alle 19, “Sotto copertura III”, di Victor Bozhinov e Dimitar Gocev, poliziesco che raffigura in modo realistico il mondo sotterraneo bulgaro; alle 21, “Incognita” di Mihail Pandoursky, analisi del mondo sconfinato e contraddittorio verso l’abisso del subconscio umano. Lunedì 27 sarà la volta di “Svelare Salomè”, alle ore 18, rilettura provocatoria e sensuale dell’opera omonima, e come chiusura, alle 20, “L’indimenticabile Ghena”, di Magdalena Manolova, documentario realizzato dopo la scomparsa della soprano Ghena Dimitrova, incontro ravvicinato con il mito nel mondo della lirica e della vita reale.

Olof Palme, l’uomo che cambiò la Svezia

“Hai mai immaginato come potrebbe essere il tuo necrologio?”, chiese il noto presentatore britannico David Frost in un’intervista al primo ministro svedese Olof Palme nel 1969. Pronta la risposta di quest’ultimo, “no e spero di non farlo fino all’ultimo respiro, chi ci pensa inizia ad essere spaventato e perde la vitalità nel fare le cose”. E il documentario sulla straordinaria carriera politica di Palme realizzato da Kristina Lindstrom e presentato il 12 aprile nel corso del Nordic Fest alla Casa del cinema, con queste premesse, non poteva che celebrarne la vita privata e pubblica più che concentrarsi sul suo misterioso omicidio, avvenuto la notte del 28 febbraio 1986.“La sua morte fu un grosso trauma nazionale”, racconta la regista. E i numerosi film e discussioni su chi e perché abbia compiuto il delitto “hanno messo in ombra l’uomo e il politico, volevo affrontare questo aspetto, si sa che è stato ucciso ma non è il fulcro della pellicola”. Per la prima volta, la moglie e i tre figli hanno accettato di apparire per parlare della vita con Palme, “di gioie e dolori, delle minacce”, una costante per chi cerca realmente di cambiare il corso della storia. I paragoni con Kennedy e Martin Luther King in tutti questi anni si sono sprecati. L’enorme quantità di filmati contenuta negli archivi è stata integrata con i video personali concessi dalla famiglia, “ci hanno consegnato una valigia con 58 pizze, quasi un tesoro custodito gelosamente”. Il successo in Svezia è stato tangibile, 250 mila spettatori al botteghino, quattro milioni e mezzo davanti alla tv. “È rivolto a chi c’era e a chi non era ancora nato, spesso è stato visto da nonni e nipoti, diventando fonte di discussione tra diverse generazioni”.Palme e il razzismo Nato da famiglia borghese, l’avvicinamento al partito socialdemocratico e alle sue idee subì un’accelerazione nel periodo di studi negli Stati Uniti, dove visitò i ghetti afroamericani, venendo a contatto con le problematiche della gente di aree più disagiate. Il suo coraggio fu dimostrato una volta di più nella sua opposizione alla politica di apartheid del Sudafrica, quasi un precursore se consideriamo che in seguito addirittura il premier di un paese come la Gran Bretagna, Margaret Thatcher, definì Mandela “terrorista”. Dal documentario si evince anche l’attenzione ad immigrati e rifugiati presenti in Svezia, “noi ci consideriamo i migliori, ma parlando con loro ho capito che vivere con gli svedesi non è facile”. La sua nazione ideale era libera da intolleranza e pregiudizio, “si crede che questo venga da chissà quali esecrabili teorie, in realtà è frutto della vita quotidiana”.Primo ministro dal 1969 al 1976 e di nuovo dal 1982 alla sua scomparsa, la visibilità di Palme fu anche a livello internazionale, cosa rara per i premier scandinavi, spesso ancorati su posizioni neutraliste passive. Ferma la sua opposizione ai due blocchi, al comunismo liberticida e al capitalismo sfrenato. Il paragone della campagna americana in Vietnam con le strategie di Hitler costò una crisi nei rapporti con gli Stati Uniti di due anni e di certo le critiche all’embargo stelle e strisce contro Cuba e il finanziamento di zio Sam ai Contras in Nicaragua per ribaltare il governo di sinistra non contribuirono alla distensione. Ma i maggiori successi, con diversi bassi, come normale, sono stati nella politica interna, nella promozione di un welfare più ricco di servizi e l’idea di una cogestione delle aziende tra operai ed imprenditori.Il rapporto con la sinistra italiana fu all’inizio teso, dal primo incontro nel ’49 con Berlinguer, per poi diventare occasione di confronto. “Anche se siamo due paesi agli estremi dell’Europa, l’attrazione e l’amicizia reciproca c’è sempre stata”, aggiunge Walter Veltroni, ex leader del Pd. Poi c’è stata l’altra faccia dell’Italia, quella che potrebbe essere coinvolta nella sua morte, con il telegramma di Licio Gelli della P2 che preannunciava ad uffici della Cia che “l’albero svedese” sarebbe stato abbattuto. Veltroni che poi chiude ricordando i veri obiettivi dei riformisti come Palme, “non combattono la ricchezza, ma contro la povertà, ecco perché anche gli avversari lo rispettavano”.

Egitto, la Hollywood d’Oriente

“L’infanzia di ogni egiziano e forse di ogni arabo è intrecciata con le scene dei film del proprio cinema che hanno segnato momenti particolari della loro vita, rivivendoli in essi. Film che forse sono...