San Lorenzo si riprende i suoi spazi

Cittadinanza attiva per la riappropriazione degli spazi. Il corteo di Communia: loro speculano noi ripubblicizziamo
Cittadinanza attiva per la riappropriazione degli spazi. A San Lorenzo il degrado si combatte così – Foto: Communia

Segue da San Lorenzo resiste: il degrado si combatte così

Se la speculazione edilizia fa schizzare affitti e canoni trasformando un quartiere storico di Roma come San Lorenzo in nulla più che un divertificio, se gli abitanti di quel luogo sono costretti ad andarsene, se lo spaccio di droga si fa pesante e scoppiano gli scontri, la risposta arriva. Arriva dal basso, dalla cittadinanza attiva, da una militanza politica che è proposta culturale, riappropriazione degli spazi contro l’assenza di pianificazione.

Si ribellano i san lorenzini quando si accorgono che uno dei luoghi storici del quartiere si sta trasformando in un video lottery terminal in spregio al piano regolatore che lo vieta. Così una dimostrazione simbolica di tre giorni si trasforma in un’occupazione che va avanti da tre anni. E a gestirla non sono lavoratori dello spettacolo, al Nuovo Cinema Palazzo incontri chi lavora in ferramenta, l’operatore sociale, la maestra.

cittadinanza attiva al Nuovo Cinema Palazzo - Foto: Nuovo Cinema Palazzo -- I festeggiamenti per 2 anni di liberazione tra danze e percussioni
Da video lottery terminal a polo culturale di attrazione: cittadinanza attiva al Nuovo Cinema Palazzo – Foto: Nuovo Cinema Palazzo

“Quello a cui puntavamo era affermare il modello Cinema Palazzo come un’istituzione autonoma di cultura per combattere il degrado e ci siamo riusciti” afferma Guido. “Organizziamo grandi eventi con la partecipazione di artisti sensibili alla nostra causa e promuoviamo nostre produzioni, dal festival di storia al ciclo di seminari sui beni comuni. Abbiamo collaborato con la Sapienza, Libera, Fondazione Basso, con l’Istituto di Cultura Svizzero, ospitato studiosi italiani e internazionali e giudici della Corte Costituzionale”.

Da parte della città c’è stata una risposta enorme: “Qui sono passate migliaia di persone perché oggettivamente proponiamo cose interessanti”. La sfida ora è proseguire: “Sul piano civile il giudice ha riconosciuto il nostro diritto a resistere in difesa del quartiere, ma sul piano penale c’è una denuncia per occupazione, quindi stiamo cercando forme innovative per stabilizzare questa esperienza ed evitare di essere sgomberati da un giorno all’altro”.

Le ex officine Piaggio prima e dopo l'intervento dei ragazzi di Communia - Foto: Communia
Le ex officine Piaggio prima e dopo l’intervento dei ragazzi di Communia – Foto: Communia

Ai ragazzi di Communia è andata proprio così. Loro, studenti e precari, nel palazzo delle ex Fonderie Bastianelli avevano creato una sala studio, una mensa, uno spazio per lo sport popolare, garantivano supporto psicologico e tutela legale, organizzavano eventi e iniziative. E per quattro mesi erano riusciti a bloccare il progetto della proprietà, che voleva demolire la struttura per costruire un nuovo complesso residenziale nonostante le proteste dei cittadini.

Il 16 agosto 2013 via dei Sabelli si è riempita di blindati della polizia e, senza nessun preavviso, gli occupanti sono stati sgomberati. “Il giorno dopo, nonostante fosse piena estate, sono scese in piazza 300 persone” racconta Luca “Perché ormai eravamo diventati un punto di riferimento per il quartiere”. Sui muri di San Lorenzo ci sono ancora i loro adesivi che assicurano “torniamo subito”.

E quella promessa l’hanno mantenuta: il 7 settembre hanno alzato le serrande delle ex officine Piaggio, in via dello Scalo San Lorenzo 33, abbandonate da 5 anni. Hanno portato via calcinacci e spazzatura, sistemato le pareti, ricominciato ad offrire quei servizi che sono per loro “Schegge di resistenza alla precarietà”: dalla pop scuola per i ragazzini del quartiere ai corsi di italiano per stranieri, dalle iniziative di io decido per il diritto all’autodeterminazione della donna, a quelle per la chiusura dei CIE.

La fiaccolata organizzata dalla Libera Repubblica di San Lorenzo in occasione del 70° anniversario del bombardamento di San Lorenzo - Foto: Libera Repubblica di San Lorenzo
La fiaccolata organizzata dalla Libera Repubblica di San Lorenzo in occasione del 70° anniversario del bombardamento di San Lorenzo – Foto: Libera Repubblica di San Lorenzo

E se dalle istituzioni non arrivano le risposte attese non si perdono d’animo i san lorenzini: il 26 febbraio 2013 a piazza dei Sanniti si proclamano Libera Repubblica di San Lorenzo e fanno da sé. “La convinzione provocatoria è che basta chiedere, bisogna dare” spiega Sarah “La sfida è lavorare collettivamente per avere una visione d’insieme”. Perché se unisci abitanti del quartiere e studenti, artigiani e comitati, associazioni e centri sociali ottieni una capacità di analisi che ti permette di gestire il territorio secondo una logica diversa, quella del bene comune.

La risposta della Libera Repubblica di San Lorenzo va oltre gli interventi di ordine pubblico per riprogettare il vivere insieme: “Stiamo lavorando sul tema degli affitti perché hanno una ricaduta pratica sulla vita degli abitanti, soprattutto studenti, e dei commercianti tradizionali che a causa dei canoni elevati sono costretti ad abbandonare il quartiere. Al tempo stesso vogliamo puntare sulla tutela e sul rilancio delle attività commerciali e artigianali che rappresentano una risorsa per San Lorenzo. E immaginare iniziative culturali diffuse, come una fiera dell’editoria indipendente che arrivi in luoghi pubblici come piazza dell’Immacolata ma anche in spazi nuovi, come i negozi”.

La mappa delle resistenze realizzata dalla Libera Repubblica di San Lorenzo
La mappa delle resistenze realizzata dalla Libera Repubblica di San Lorenzo

Lo scorso luglio la Libera Repubblica di San Lorenzo ha organizzato una tre giorni di appuntamenti per ricordare il bombardamento che colpì il quartiere 70 anni fa. In quell’occasione è nata una nuova segnaletica, che parla dai muri del quartiere attraverso mattonelle su cui artisti, artigiani, abitanti e avventori hanno dipinto immagini, citazioni e poesie per mantenere la memoria di un luogo che è sempre stato fermento di incontro e fucina di creatività. E una mappa delle resistenze racconta le rivoluzioni passate e presenti: dalla prima Casa dei bambini aperta da Maria Montessori nel 1907 a via dei Marsi alla palestra popolare e al Rebel Store di via dei Volsci, dal consultorio di largo degli Osci al Grande Cocomero di via dei Sabelli.
Perché San Lorenzo cambia, ma sempre (r)esisterà.

Sandra Fratticci
(19 febbraio 2014)

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