L’estate del 1992 è stata l’ultima estate spensierata per Gentian, aveva 14 anni. Erano ormai tre estati che si metteva in viaggio per trascorrere le vacanze estive con i genitori che lavoravano a Roma. “Quell’anno è stato un anno decisivo, i miei avevano terminato il contratto di lavoro in Italia ed erano costretti a tornare in Albania perché era un periodo di transizione, c’era il passaggio dal comunismo alla democrazia, non era un periodo facile. Per questo motivo hanno dovuto prendere una decisione riguardo al mio futuro. Portarmi a casa con loro, oppure lasciarmi in Italia da mio fratello maggiore, con la speranza di un futuro migliore. E’ stata una scelta difficile, che nessun genitore dovrebbe mai trovarsi a prendere ed alla fine mi hanno lasciato a Roma.”
Gentian racconta con un po’ di nostalgia quegli anni, anche perché quelli successivi sarebbero stati molto difficili per lui. Si sentiva giudicato per il fatto di provenire da una determinata parte del mondo. In tv si parlava spesso di persone che commettevano reati e spesso quelle persone erano albanesi. Ogni notiziario per lui era una fitta al cuore perché veniva messo in risalto l’origine albanese.“Avevo sempre la sensazione di dover faticare di più per ottenere la stima ed il rispetto degli altri, soprattutto per paura di essere associato ad un’immagine che non mi apparteneva”.
Di storie come quelle di Gentian ce ne sono tante, tanti sono gli stereotipi che i mass media veicolano nei confronti degli stranieri. Gli anni ’90 erano quelli contro gli albanesi, poi è toccato ai rumeni, adesso è la volta dei rom. Gentian confessa che lui stesso si infastidisce quando lo scambiano per un ragazzo rumeno. L’opinione pubblica è talmente forte che anche lui in qualche modo ne è stato influenzato. Bisogna stare attenti e non farsi ingannare dagli stereotipi e dai luoghi comuni. Bisogna imparare a conoscere le persone, senza etichette.
Amarilda Dhrami
(21 aprile 2016)
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