Viaggiare restando a casa: in tour con le comunità straniere

Ogni settimana giriamo tutto il mondo, continente per continente. E non abbiamo bisogno di aerei, treni o mezzi ingombranti. Bastano un paio di scarpe comode da consumare sulle strade della città e un taccuino tra le mani.


Così amiamo descrivere il nostro lavoro. In questo momento anche noi restiamo a casa, ma non smettiamo di continuare a esplorare con un tour tra i paesi che abbiamo conosciuto grazie a chi porta in Italia la lingua, la cultura, i sapori, le tradizioni dal resto del mondo.Buon viaggio!

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 Per “partire”, cliccare su uno dei paesi in cui compare il puntatore o sui link delle descrizioni

Prima tappa: Marocco

“Quando si ricevono persone non si chiede se vogliono il tè perché è implicito che lo vogliano. Il tè deve essere già sul fuoco: rifiutarlo è un errore, una maleducazione gravissima”.

La sensazione è quella di non trovarsi più in via delle Quattro Fontane 21/c ma in Marocco: tappeti tipici per terra, musica Andalus e due tavoli imbanditi. Da una parte teiere, bicchieri e una brocca con la menta, dall’altra vassoi di dolci tradizionali portati dal Marocco per l’occasione: chabakia, i tamr e i briwat.

Una ragazza seduta sui cuscini realizza disegni con l’henné, stoffe colorate pendono dal soffitto e su un tavolo è esposta una selezione di libri sul paese. Continua a leggere l’articolo…

Seconda tappa: Afghanistan

“Quando si parla dell’Afghanistan si parla solo della guerra, di tutto il resto non ne parleranno mai. È un paese bellissimo che noi non possiamo vivere, sono 45 anni ormai”.Nel salone di Kaihan si condividono piatti e argomenti di discussione e si beve a piccoli sorsi per dimenticare la sete delle ore precedenti. Poi arriva il momento della preghiera. Sui tappeti dell’arredamento ne sistemano altri due, più piccoli e dai colori brillanti, su cui pregano a turno, tutti. La cena si conclude con il fernì, un dolce di latte, zucchero, mais e acqua di rose, e con un tè caldo alla menta. Alle 22.30 Kaihan, Shadam, Jamali e gli altri si dirigono verso la moschea di Tor Pignattara per un’altra notte di preghiera, in attesa dell’ultimo giorno di Ramadan. Continua a leggere l’articolo… 

Terza tappa: Albania

Zef Groshi è seduto davanti alla chiesa della Madonna del Buon Consiglio con la sua lahute, antichissimo strumento musicale della tradizione albanese. Il bianco e l’oro dell’altare fanno da sfondo. Ha 75 anni e ogni maggio arriva in Italia con la sua musica. “Si è creato un rapporto d’amore tra Genazzano e Scutari. Da secoli gli albanesi fanno questo pellegrinaggio, e io torno sempre, per rispetto di tutto questo”.Secondo la tradizione, nel 1467 l’immagine di Maria si staccò dalle pareti della basilica di Scutari per non cadere nelle mani degli ottomani. E arrivò a Genazzano il 25 aprile grazie a due pellegrini che percorsero il Mar Adriatico camminando sulle acque. Sono passati più di 550 anni, ma il culto è rimasto intatto: alle 10.45 di domenica 28 maggio 2017 i fedeli cominciano a raccogliersi sul sagrato in attesa che cominci la funzione. Da tutta Italia, ma anche dall’Albania. Continua a leggere l’articolo… 

Quarta tappa: Iran 

“La sua origine è antichissima, risale ai sumeri e il suo nome deriva da due parole persiane antiche nawa e ruz, che significano nuovo giorno”- spiega Hamed. Il Nowruz è il 21 marzo e corrisponde all’equinozio di primavera e per questa ragione si celebra in orari diversi ogni anno.I giorni di festività sono tredici, numero simbolico dalle varie interpretazioni. La più attendibile si ricollega ai mesi dell’anno e il tredicesimo rappresenta quello del ringraziamento e della speranza.I preparativi cominciano l’ultimo martedì pomeriggio dell’anno con la festa del fuoco, Chaharshanbe Surì. Le persone saltano sulle fiamme e cantano: “Il mio colore giallo è per te e il tuo rosso è per me. Il fuoco prende le malattie e il freddo del mio corpo e mi dà purezza”. Continua a leggere l’articolo… 

Quinta tappa: Egitto 

Questo è il mio ricettario, in realtà c’è un po’ di tutto. Appunti, ritagli di giornale, ma soprattutto i passaggi da seguire in cucina. La porto con me da anni, da quando abitavo ancora a El Cairo”.La cucina egiziana è ricca di lunghe preparazioni, passaggi ben definiti, cotture separate e poi congiunte. Richiede pazienza e dedizione. Ma per Manal, nonostante il digiuno e la stanchezza della giornata, non sembra essere un peso cucinare. Da un mobiletto tira fuori un’agenda gonfia di appunti.Il mese del Ramadan è il periodo in cui preferiscono piatti egiziani. Continua a leggere l’articolo… 

Sesta tappa: Senegal

“In questo giorno di pace e di richiesta reciproca di perdono per i torti commessi, la festa musulmana del sacrificio investe la duplice sfera famigliare e spirituale. Con i festeggiamenti provvediamo ad accontentare la famiglia e a farle un regalo”, con queste parole il sarto Nidiasse Cisse si prepara a festeggiare il Tabaski nella sua bottega laboratori.Tra le mura di Africa Creation si respira aria di terra africana, con un’immersione nel mix di colori, luci, ed odori dei tessuti e dei materiali di cui si compongono gli abiti vintage esposti, in vendita insieme a gioielli e manufatti artigianali. Ogni oggetto, dal più semplice al più elaborato, colpisce per accuratezza di dettagli e per raffinatezza o estro di stile. Continua a leggere l’articolo… 

Settima tappa: Romania

“La domenica sentire la musica, la nostra lingua, è una cosa che fa bene al cuore”, dice Geta.Le note della musica popolare rumena accompagnano i sapori: dal sarmale, involtino di cavolo e carne, alla ciorba, la tipica zuppa, non manca nulla. E nemmeno le contaminazioni: “per digerire ho portato il limoncello”, dice una delle cuoche.Alla degustazione si alternano momenti di ballo e brindisi improvvisi. Romancute in bucatarie è una gara di cucina e una festa. Una tavola lunghissima ospita pietanze dall’antipasto al dolce, alle 13.00 in punto schierate ci sono le 13 concorrenti. Continua a leggere l’articolo… 

Ottava tappa: Filippine

La festa dei Fiori di Maggio si celebra nelle Filippine per tutto il mese, e nell’ultimo giorno culmina nella Santacruzan, la processione in onore di Elena di Costantinopoli e del figlio Costantino il Grande, che secondo gli storici dell’epoca ritrovarono i resti delle tre croci usate per la crocifissione di Gesù e dei due ladri.Anche a Roma, nella chiesa di Santa Pudenziana, la comunità filippina onora questa ricorrenza tradizionale nell’ultima domenica di maggio. Guarda la fotogallery… 

Nona tappa: Perù

A luglio Roma è torrida ma la comunità peruviana non rinuncia mai a festeggiare l’Anniversario dell’Indipendenza del Perù dalla dominazione spagnola.Le Fiestas Patrias, assieme al Natale, sono le giornate più importanti tra le festività peruviane: il 28 luglio si ricorda la dichiarazione di indipendenza proclamata da José de San Martin nel 1821.Il 29 luglio vengono onorate le forze armate e la polizia nazionale della Repubblica del Perù, mentre il 30 luglio il Presidente della Repubblica celebra, in Patria, la cerimonia di ringraziamento per il Perù. Guarda la fotogallery… 

Decima tappa: Cina

Alla piastra, al vapore, con le verdure o con la carne. Sono le otto di sera, il ristorante Zonwa a Roma è pieno e i ravioli cominciano a riempire le tavole dei clienti creando un’atmosfera tipicamente asiatica.C’è chi si maschera con il cheongsami, il tradizionale abito femminile cinese, e c’è chi decide di rimboccarsi le maniche e provare con l’elaborazione dei ravioli.Come si preparano i veri ravioli cinesi? Quali sono gli ingredienti principali di questo piatto sinonimo di abbondanza? Lo spiegano Luna, responsabile del locale, e il suo staff. “Questa sera festeggiamo il festival del Raviolo perché il 4 febbraio è il capodanno cinese. un momento nel quale si preparano i ravioli in famiglia perché portano fortuna”. Continua a leggere l’articolo e guarda la videoricetta… 

Rosy D’Elia(31 marzo 2020)

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