Centro Astalli rapporto 2020: l’emergenza sanitaria

È stato presentato il 20 maggio il rapporto annuale 2020 del Centro Astalli. La presentazione è stata aperta dal video messaggio del Ministero degli Interni che attraverso la voce di Achille Variati, sottosegretario all’Interno, ha sottolineato l’importanza dei principi di umanità che sottostanno alle logiche di fratellanza e convivenza tra gli individui. Nonostante l’importante e recente passo in avanti, in termini di “umanità”, nella regolarizzazione di colf, badanti e lavoratori stranieri a fronte dell’emergenza Covid19, la lotta alla precarietà di rifugiati e migranti in Italia non può ancora fermarsi. L’inclusione sembra sparita dalle agende politiche ma, seppur silenziosamente, c’è chi continua a lavorare a favore dei tanti invisibili che vivono nel nostro Paese.

Emergenza sanitaria e emergenza di abbandoni

L’emergenza sanitaria ha mostrato un’importante falla nel sistema di accoglienza perché quel che preoccupa non è l’arrivo dei migranti, ma l’assenza di strumenti adatti ad assistere coloro che già vivono in Italia. La reale emergenza, dice Padre Camillo Ripamonti presidente di Astalli, non sono gli arrivi ma gli abbandoni. Gli effetti dei Decreti Sicurezza si sono riversati inevitabilmente su alcuni servizi perché l’abolizione della protezione umanitaria, unitamente alle difficili procedure burocratiche per l’ottenimento della residenza rendono irregolari un alto numero di migranti, costretti a vivere ai margini della società. Secondo le disposizioni della Questura gli indirizzi fittizi di residenza di richiedenti asilo e titolari di protezione umanitaria, utilizzati in passato,  non sono più validi, viene a mancare un requisito necessario per la conversione del permesso di soggiorno per motivi di lavoro.

Astalli in numeri, il 2020

Il 2019 è stato un anno di forte resistenza per il Centro che ha offerto servizi a 20.000 utenti di cui 11.000 solo a Roma. Si è registrato un aumento degli accessi ai servizi di ascolto in Città (+29%); in particolare, sono stati molti gli utenti che con la perdita della protezione umanitaria ed il rischio di non vedersi rinnovare il permesso di soggiorno vivono in una situazione di pericolosa precarietà. Due terzi degli utenti che si sono rivolti all’ambulatorio non sono iscritti al Servizio Sanitario Nazionale per via del titolo di soggiorno o della mancanza di residenza. Le attività di accompagnamento all’autonomia a Roma sono state di sostegno a 349 utenti, mentre sono 3.000 gli utenti che hanno usufruito della mensa. In totale i pasti distribuiti sono stati oltre 56.000. Le persone accolte da Astalli su territorio nazionale sono 835 – l’1% sul totale dei 91.424 in tutta la Penisola- di cui 375 a Roma. 

La trasformazione dei sistemi di accoglienza

La trasformazione delle strutture dedite all’accoglienza diffusa va a sommarsi ad una lunga serie di modifiche, in negativo, introdotte dai Decreti Sicurezza. La possibilità di accesso è stata ridotta, se si pensa che richiedenti asilo e titolari di permesso di soggiorno sono esclusi i dall’accesso ai Siproimi (ex Sprar). Nei Cas, invece, si è assistito ad una riduzione di importanti servizi rendendo impossibile l’intervento tempestivo in situazioni di criticità.

I migranti che non arrivano, il limbo del Mediterraneo

Nel corso dell’ultimo anno solo 11.471 migranti sono riusciti ad approdare in Italia, il 50% in meno rispetto al 2018 e il 90% rispetto l’anno precedente. I migranti di cui bisogna occuparsi non sono solo quelli che già vivono in Italia ma anche coloro che attendono di accedervi al largo del Mediterraneo. Basti pensare a tcoloro che sono stati rimandati indietro, costretti ad uno stato di schiavitù nelle prigioni libiche o a chi non riesce a fuggire dalla guerra che attanaglia la Siria da quasi un decennio. I morti del Mediterraneo, dei quali non conosciamo le identità, ma solo il quantitativo numerico, sono paragonabili alle tragiche perdite di concittadini durante l’emergenza Covid19. “Quanto dolore vederli andarsene da soli. Soli come tanti migranti a cui noi Europa abbiamo reso difficile l’approdo”, aggiunge Ripamonti.

“Segni tangibili di speranza”

Nel rapporto di Astalli,  non manca una nota positiva: nei progetti di sensibilizzazione attivi in 200 istituti italiani sono stati coinvolti 25.679 studenti. Le attività ed i servizi non potrebbero essere portati avanti senza il sostegno dei volontari, attualmente 617 di cui 200 solo a Roma tra italiani, stranieri di seconda o terza generazione. Inoltre, nel corso del 2019 è stato inaugurato il Centro Matteo Ricci che accoglie donne sole o con bambini, titolari di protezione interazionale. I servizi attivi attualmente sono due, l’accoglienza di 20 donne rifugiate e lo Spazio Inclusione. Quest’ultimo ha come obiettivo quello di offrire ai più giovani la possibilità di acquisire competenze nuove.

Giada Stallone(20 maggio 2020)

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