
Il 2 dicembre è la Giornata Internazionale per l’abolizione della schiavitù, istituita in questa data per ricordare l’approvazione della Convenzione delle Nazioni Unite per la soppressione del traffico di persone e dello sfruttamento della prostituzione altrui nel 1949 da parte dell’Assemblea Generale.
Schiavitù nel mondo, i dati sul “Modern Slavery”
Nonostante il tema della schiavitù sembri appartenere ad un passato ormai remoto, i dati raccontano il contrario: secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Oil) al 2016 sono circa 40,3 milioni le persone ridotte in uno stato di schiavitù. Di queste, 24,9 milioni di persone sono lavoratori forzati e 15,4 milioni sono persone vincolate ad un matrimonio non voluto. Donne e bambine rappresentano la percentuale più alta di vittime, almeno il 71% sul totale; la presenza femminile nella tratta ai fini di prostituzione è del 99%.
“Modern Slavery” è l’espressione che nella contemporaneità descrive la condizione di persone soggette a:
- Traffico di esseri umani, tratta
- Lavoro forzato, di adulti e bambini
- Schiavitù fisica a causa di debiti
- Schiavitù per discendenza
- Matrimonio forzato e precoce
- Tratta ai fini di prostituzione forzata
Il Global Slavery Index pubblicato dalla Fondazione Internazionale Walk Free Foundation, sottolinea la presenza di alcune lacune nei dati ufficiali, ad esempio è sempre più difficile calcolare il numero di bambini-soldato o del traffico di organi a causa delle criticità politiche di alcuni Paesi, delle guerre attualmente in corso, delle barriere linguistiche che inevitabilmente impediscono la raccolta dei dati e la possibilità di mettersi in contatto con le persone. Nel mondo i Paesi con i più alti numeri di persone costrette alla schiavitù sono nell’area Asia-Pacifico con 11,7 milioni di lavoratori forzati, seguono Africa (3,7 mln) e America Latina e Caraibi (1,8 mln). Nei Paesi ad economia avanzata e nell’UE circa 1,5 milioni di persone sono obbligate a lavorare.
Minori e lavoro forzato, non solo in agricoltura
Circa 152 milioni di bambini di età compresa tra i 5 ei 17 anni sono costretti a lavorare, almeno un bambino su dieci nel mondo, con inevitabili ripercussioni sull’istruzione. I Paesi nei quali i numeri di manodopera minorile sono più alti sono l’Africa (72,1%), l’Asia e Pacifico (62 mln), le Americhe (10,7 mln), l’Europa e l’Asia Centrale (5,5 mln) e gli Stati Arabi (1,2 mln). Lo sfruttamento minorile non riguarda solo l’agricoltura, nonostante sia il settore con i numeri più alti: i minori sono impegnati per il 70,9% del totale nelle campagne, ma quasi un bambino su cinque (17,1%) lavora nel settore dei servizi e l’11,9% nell’industria. Le minori costrette ad un matrimonio forzato sono la maggioranza, un terzo sul totale delle donne vittime.
Schiavitù nel mondo, dall’archivio di Piuculture
In occasione della Giornata Internazionale per l’abolizione della schiavitù, alcuni articoli dall’archivio di Piuculture:
- La tratta degli esseri umani: tutelare le vittime delle “nuove” schiavitù
- Contro ogni forma di schiavitù
- Nuove schiavitù: tratta e traffico di migranti. Incontro con Paola Scevi
- I nuovi schiavi delle nostre campagne
- Contro la tratta degli esseri umani, realtà e prospettive
- La tratta dei migranti: conoscerla, affrontarla, superarla
- L’ombra del caporalato sulle tavole: al via la campagna #FilieraSporca
- Sfruttamento dei migranti: dai diritti negati allo Ius Soli
- Rapporto UE sulla tratta, l’Italia ha i numeri più alti
- Perchè anche lo sfruttamento lavorativo è tratta di esseri umani
- Contro caporalato e agromafie più cultura della legalità e solidarietà
- La musica contro il caporalato dell’Orchestra dei Braccianti
- “Invisibili ma necessari. Immigrati e lavoro agricolo”
- Coronavirus e caporalato: la proposta di Marco Omizzolo
- Caporalato e sfruttamento del lavoro agricolo: piano del Governo
- Blessing Okoedion: la tratta mi ha uccisa dentro. Ma ora sono libera
Giada Stallone
(2 dicembre 2020)