Batang Idol: un talent show come non l’avete mai visto
Bambini di origini filippine dai 6 ai 12 anni si sfideranno a colpi di canto, danza e musica domenica 19 maggio al teatro Orione. A vincere sarà la solidarietà.
Unicam premia i giovani talenti e… Il giornale online Piuculture
Vincitori della 4° edizione di Unicam’s Got Talent gli studenti cinesi con la danza di Avalokitesvara. Il ricavato della serata devoluto a Piuculture, un modello di giornalismo interculturale da replicare.
Lezioni di egittologia all'Accademia, gli scavi di Karnak
Per l’Egitto il periodo fra il 2008 e il 2011, fin quando scoppiò la rivolta contro il regime di Mubarak, fu contrassegnato da numerose scoperte archeologiche e accompagnato da una crescita del turismo. Uno degli esempi, la sistemazione del complesso templare di Karnak, nella regione di Luxor. “L’operazione fu promossa dal Consiglio superiore per le antichità, guidato da Hawass, in collaborazione con l’allora governatore di Luxor Farag”. Il 7 maggio Gihane Zaki, direttrice dell’Accademia d’Egitto, ha vestito per l’occasione i panni di docente nell’ambito del ciclo di lezioni sull’egittologia e ricorda con un certo orgoglio la gestione nazionale dei lavori nel sito – dove prese parte – senza ingerenze internazionali ed in particolar modo francesi, da tempo in prima linea quando si tratta della terra dei faraoni.
“Fu un momento molto delicato per i rapporti diplomatici tra i due paesi”, anche perché nel progetto di restauro era prevista la demolizione di una villa dove dalla fine del XIX secolo erano soliti risiedere gli archeologi transalpini. Ma non era il problema più grande, quando il parcheggio per gli autobus e un campo da calcio affiancavano un’area dalla storia millenaria. “Tra i motori accesi e l’aria condizionata d’estate, c’era grande inquinamento”. Altri punti a rischio, una zona agricola “per cui non ci sono stati problemi” e un lato con moschee e chiese, dove “non fu possibile convincere gli abitanti a lasciare spazio agli scavi”.
“La gente del villaggio circostante usava i resti come panchine, per sedersi a prendere aria, un’appropriazione estrema”, ironizza la Zaki. “Quando vedevano noi archeologi li coprivano con dei teli, come se non ci fosse nulla”. E i bambini ci giocavano, “vivendo il rapporto tra antico e moderno così come erano sempre stati abituati”. La soluzione per proteggere e preservare il sito, per quanto drastica, fu di innalzare un muro divisorio.
“È importante far crescere la consapevolezza nell’identità storica, recuperando testimonianze materiali del passato. L’Egitto dovrebbe inserire tutto questo dall’inizio del curriculum scolastico”, il pensiero della Zaki che non a caso dedica particolare attenzione ai bambini anche nel lavoro dell’Accademia: “magari tra 20 anni saranno lungo il percorso del Nilo, ricordando il nostro museo o il laboratorio”.
“Nessuno si sarebbe aspettato di trovare delle terme tolemaiche”, del II secolo a.C., mentre nell’area nord si potevano ammirare i resti della cappella di Thot, costeggiata dal "viale delle sfingi”, una sorta di corridoio di circa 3 km, affiancato da statuette raffiguranti la figura mitologica della sfinge, che collegava Karnak a Luxor. L’iconografia di Thot, divinità della sapienza, scrittura, magia, misura del tempo, matematica e geografia è varia, più frequentemente è rappresentato con la testa di ibis su corpo umano, ma non mancano le sembianze del babbuino, “probabilmente dipende dalle zone, o forse dall’influenza della cultura ellenica, ma non si sa con esattezza. L’importanza del suo tempio è pari a quella che oggi può avere il Vaticano”.
Con il progresso dei lavori si capì che si celava una vera e propria cittadella, anche se lo stato di conservazione non era sempre ottimale. Dal ritrovamento di diverse rampe, fu ipotizzata la presenza di un ingresso principale e due laterali, probabilmente riutilizzati anche in epoca più tarda. Ulteriore prova del fatto che ci fossero abitazioni, fu data dai forni, con tracce di combustione mentre dal lato opposto del Nilo tornò alla luce anche un corredo di piatti, “lì sono stati più fortunati”. Ad ogni modo i tempi dei lavori furono ristretti, fra scavi e restauri “non è stato facile ma abbiamo contato sull’aiuto di giovani donne, competenti ed intelligenti, scelte dal Consiglio superiore per le antichità”.
Quando la donna è serva nella sua casa
Nessuno può dire: “Non mi riguarda!” Continua l’impegno contro la violenza sulle donne alla Biblioteca Flaminia, dove il 6 maggio, durante l’iniziativa Il maggio dei libri, leggere fa crescere, è stato presentato il progetto “Donna serva...
Unicam's got talent 4: Piuculture premiata
La scoperta dei talenti nascosti delle università di Camerino e Macerata, il sostegno a Piuculture. Mercoledì 8 maggio a Camerino e in diretta streaming su YouTube
Le foto di LIFE inaugurano l'Auditorium Expo
I racconti fotografici del mondo di Bourke-White, Eisenstaedt, Capa, Burrows e altri ancora. Con i primi reportage di LIFE viene inaugurato AuditoriumExpo, nuovo spazio del Parco della Musica, dedicato unicamente ad esposizioni figurative.
Pohela Boishakh, il capodanno bengalese a Roma
Il Noboborsho è il primo giorno dell’anno bengalese, si è entrati nel 1420 del loro calendario tradizionale, il Bangabda, anche se in realtà quello usato in Bangladesh è il gregoriano, a dispetto di una...
La nuova letteratura pakistana
Bina Shah nsieme a Musharraf Ali Farooqi, scrittore di romanzi per adulti e bambini, è stata presentata al pubblico italiano durante la seconda edizione della Giornata della letteratura pakistana, promossa dall’Ambasciata del Pakistan e tenutasi nella splendida sala Pietro da Cortona all’interno dei Musei Capitolini martedeì 23 aprile.
Il Tempo Europa Cina: primo giornale cinese d’Italia
Vocazione al servizio, impostazione glocal, sguardo vigile ai social network e un buon connubio tra informazione e intrattenimento. La ricetta dell’informazione cinese in Italia.
Elezioni in Venezuela, la comunità di Roma chiede trasparenza
Il 14 aprile si sono tenute in Venezuela le elezioni per determinare il successore di Hugo Chavez, scomparso il 5 marzo. La vittoria del delfino del caudillo, Nicolas Maduro, è stata aspramente contestata dall’opposizione, vicina al candidato Henrique Capriles, visto che le stime del numero di votanti per quest’ultimo non corrispondono al risultato effettivo e che lo scarto di circa 250 mila preferenze, pari a poco più dell’1%, ha lasciato forti dubbi di irregolarità nel conteggio delle schede tra i sostenitori dello sfidante. Il Consiglio Elettorale Nazionale, sotto pressione, ha acconsentito ad una verifica del 46% dei voti, ma si tratta di una pura formalità, dato che l’esito rimarrà “irreversibile”, come dichiarato dal Consiglio stesso. Di fatto, Maduro ha già prestato giuramento come nuovo presidente per il mandato 2013-2019.Manifestazioni di protesta si sono tenute in diverse città d’Italia e d’Europa, il 21 aprile è stato il turno di Roma, dove in piazza dei Cinquecento, accanto alla stazione Termini, un nutrito gruppo di venezuelani ha espresso il proprio dissenso esponendo le criticità di una situazione poco chiara, con l’obiettivo di far sapere cosa sta succedendo nel loro Paese, alternando alla rabbia e frustrazione canti tradizionali e qualche lacrima per una terra che sembra non uscire da una deriva autoritaria. Le circa tremila violazioni di un normale processo elettorale segnalate non sono state prese in considerazione, così come molte perplessità restano sul peso effettivo che abbiano avuto i votanti residenti fuori dai confini nazionali.Voto dei venezuelani all’estero Per l’opposizione i voti dei venezuelani all’estero non sono stati conteggiati, “avrebbero potuto fare la differenza”, sostiene Maria Elizabeth Patino, che aggiunge come “nell’emigrazione dal Venezuela sta progressivamente aumentando il numero di chi va via per motivi politici”. Un altro manifestante racconta che il documento della moglie, residente in Italia, sia stato usato al seggio in patria e che “stranezze come questa non sono rare”. Ad una donna è stata impedita l’iscrizione negli appositi registri elettorali, adducendo la scusa della necessità di un permesso dal Venezuela che nelle precedenti tornate non era mai servito. Infine diversi hanno riscontrato troppi ostacoli nei cambi di residenza dal Sudamerica all’Italia, al fine di costringere l’elettore a tornare per esercitare un diritto riconosciuto costituzionalmente.Informazione I network locali sono tutti vicini al governo, per non parlare della tv statale, “che mandava 4 ore al giorno di propaganda per Maduro”, confermano più voci. E chi non è legato ai poteri forti, ha comunque paura di ripercussioni e si autocensura. “L’unica emittente libera era Globo Vision”, spiega Marinellys Tremamunno Arcila, giornalista e tra gli organizzatori della manifestazione, “ma ora è stata messa in vendita”. Il modo migliore di comunicare e far circolare le idee restano i social network, come i gruppi facebook, ma anche qui con la cautela dovuta, “gli impiegati pubblici sono sempre sotto minaccia di licenziamento”.La paura per chi sta in patria La Arcila presenta un quadro inquietante, con ripetute violazioni dei diritti umani, “la polizia spara in aria per disperdere manifestanti o ad altezza d’uomo con i proiettili di gomma, addirittura contro le case di chi protesta facendo rumore con le pentole” – il cacerolazo tipico anche di altri paesi sudamericani. “Altre volte vengono assoldati delinquenti comuni per fare il lavoro sporco”. Caracas è fra le tre città più violente del mondo, stimata alla pari di zone di confine tra Messico e Stati Uniti dove imperversano guerre per il controllo del narcotraffico. “La paura viene usata come pretesto per tenere tutti a bada e stringere i controlli”, interviene il padre della Arcila, che vive in Venezuela. “Come contentino è garantita l’assistenza economica ai più bisognosi, ma le industrie chiudono, numerose ditte internazionali hanno lasciato il paese per il clima di insicurezza. Rapine e sequestri sono all’ordine del giorno ed anche il turismo ne risente”.Riflessi sul voto Un simbolo di queste elezioni potrebbero essere le foto di militari che danno alle fiamme numerose urne con dentro migliaia di schede elettorali valide. È vero, nell’era di Photoshop e di una comunicazione che bada più al titolo da prima pagina che alla verifica e all’approfondimento diventa difficile riconoscere oltre ogni ragionevole dubbio la verità sostanziale. Ad ogni modo non si tratta delle uniche prove presentate – ed ignorate. “Centinaia di studenti sono stati incarcerati, in altri casi c’è stato l’accompagnamento fisico alle cabine, come accade per i portatori di invalidità”, prosegue la Patino. “Hanno trovato un metodo di farsi dare una sorta di ‘ricevuta’ e dimostrare la preferenza filo-governativa, minacciando licenziamenti in caso contrario. Se in famiglia si è l’unica fonte di guadagno, non ci si può permettere di rischiare, questo ricatto incide sul meccanismo elettorale e quindi democratico”.