L’Italia sono anch’io al cinema

Migranti al cinema. Prende il via martedì 14 febbraio al Cinema Trevi, in vicolo del Puttarello 25, la rassegna “Nuovi italiani, da migranti a cittadini”. Sedici film, proiettati fino a domenica 19 febbraio, che hanno come protagonisti stranieri, soprattutto giovani, alcuni sono seconde generazioni. Sono racconti in prima dove si narrano i viaggi e le difficoltà superate per raggiungere l’Italia, le aspirazioni, le speranze, i desideri guidati dalla consapevolezza di voler essere cittadini.

L’intento degli organizzatori è che “lo spettatore che possa seguire tutta la rassegna dall’inizio alla fine ne esca in qualche modo cambiato, quanto meno nel modo di rapportarsi al tema dell’immigrazione e degli stranieri in Italia: meno colpito dall’emergenza e più dall’idea di un incontro possibile”. La rassegna, curata da Maria Coletti, è realizzata dalla Cineteca Nazionale in collaborazione con Archivio delle Memorie Migranti, Asinitas Onlus, Bolero Film, Cinecittà Luce, CSC Production, Eskimo, FactionFilms, Figli del Bronx, Filmalbatros, Ichnos Network Project, Il Labirinto, La Beffa Produzioni, La Sarraz Pictures, Medusa Film, Minerva Pictures, Movimento Film, Parthenos, Struggle Filmworks, Zalab, Zenit Arti Audiovisive.

La prima giornata mescola le tematiche legate alla richiesta di asilo politico in una rappresentazione quasi teatrale in Inatteso(2005) di Domenico Distilo, con, alle 18, la straordinaria genesi della banda composta da giovani provenienti da tutto il mondo ne L’orchestra di Piazza Vittorio(2006) di Agostino Ferrente, alle 19. Chiude alle 21 Le ferie di Licu (2007) di Vittorio Moroni che racconta di Licu, 27enne del Banglaesh emigrato in Italia, che torna  nel suo paese per sposare la ragazza scelta, come da tradizione, dalla sua famiglia. Racconti appassionanti e emblematici dove la macchina da presa si insinua con discrezione e fa conoscere allo spettatore le difficoltà dell’inserimento e dell’integrazione.

Mercoledì 15 all’insegna dei giovani, degli studenti, le seconde generazioni che parlano i nostri dialetti e spesso non sono mai state nel loro paese d’origine. Ragazzi che non godono degli stessi diritti dei loro compagni, italiani al 100%, in Sei del mondo(2007) di Camilla Ruggiero, alle 18;  in Fratelli d’Italia(2009) di Claudio Giovannesi e alle 21 Io, la mia famiglia Rom e Woody Allen(2009) di Laura Halilovic; dove la giovane Rom descrive in maniera frizzante dall’interno tradizioni e costumi di una popolazione troppo spesso vittima di pregiudizi.

Conoscere le comunità: i cinesi, i tuareg. Misteriosi, autoreferenti, chiusi sono i pregiudizi che etichettano la comunità cinese in Italia dove esiste una delle più antiche Chinatown d’Europa, la racconta, alle 17.30 di giovedì, Giallo a Milano (2009) di Sergio Basso. Sola andata. Il viaggio di un Tuareg(2010) di Fabio Caramaschi, alle 19, è la storia di due fratelli nati nel deserto del Niger: il più piccolo rimane in Africa per problemi di ricongiungimento, il più grande cresce in Friuli, ed è lui che accompagna alla scoperta della comunità Tuareg in Italia sospesa tra il desiderio di integrarsi e la nostalgia degli spazi infiniti dell’infanzia in Niger. Siamo a Roma in Magari le cose cambiano (2009) di  Andrea Segre alle 20, in una borgata romane, dove incontra due donne “diverse e complementari”: Neda cresciuta negli anni ’60 nel cuore di Roma e che ora sta a Ponte di Nona, il quartiere dove Sara, figlia di una pugliese e di un egiziano, è cresciuta ed èuna delle pochissime ragazze del quartiere che ha avuto la possibilità di studiare al liceo.

Dag Yimer un etiope con la macchina da presa. Venerdì 17 immersione totale nella vita e nel lavoro di Dag Yimer e la possibilità di incontrare il “filmmaker per caso”. Le proiezioni partono alle 18 con Come un uomo sulla terra(2008) realizzato con Andrea Segre e Riccardo Biadene. Il terribile viaggio da Addis Abeba nel deserto del Sudan fino alle coste della Libia e attraverso il mare a quelle dell’Italia, punto di arrivo Roma. Nella capitale  Dag frequentata la scuola di italiano Asinitas Onlus dove impara l’italiano e il linguaggio del video-documentario che gli permette di  dare voce alla memoria di sofferenze di tanti suoi coetanei nel terribile viaggio attraverso la Libia, una situazione nella quale l’Europa non è priva di responsabilità. In C.A.R.A. Italia(2010), alle 19, Dag ci riporta nei centri di accoglienza e nello specifico a Castelnuovo di Porto,  a quaranta chilometri da Roma dove arrivano Hassan e Abubaker, ragazzi somali di 20 anni, nati e cresciuti insieme a Mogadiscio. Le loro vite si intrecciano di nuovo a Tripoli nella fuga verso l’Europa e  nel calvario che affrontano i migranti dopo l’approdo in Italia
Conclude la giornata, alle 21, Soltanto il mare(2011) sempre di Dag Yimer Girato a Lampedusa, propone lo sguardo incrociato di due mondi che difficilmente entrano in dialogo: un migrante, sbarcato da clandestino sulle coste dell’isola nel 2006, e quello dei lampedusani .

Siamo italiani, oppure no? Ne Il colore delle parole(2009) di Marco Simon Piccioni, sabato alle 17.30, ci sono Teodoro, poeta, Martin musiciata, Justin sindacalista, Steve mediatore culturale, tutti vivono e lavorano in Italia da oltre trenta anni, ma non sono cittadini italiani. Come i ragazzi di Alysia nel paese delle meraviglie(2010) di Simone Amendola, alle 19, seconde generazioni in una nuova periferia romana, un vissuto di occupazioni e case popolari. Coro della storia di una coppia mista che ha una figlia appena nata in un paese dove i figli di stranieri nati in Italia non sono considerati italiani.

La scuola è per tutti. Dura dieci minuti Né più, né meno. La scuola Pisacane (2011), di Lucio Arisci e Federico Betta, alle 20, protagonista la scuola elementare romana che nel 2009 arriva su tutti i mezzi di informazione perchè la percentuale di scolari di origine non italiana è oltre l’80%. A seguire Una scuola italiana(2010) di Giulio Cederna e Angelo Loy con i bambini e le insegnanti della scuola materna comunale Carlo Pisacane. Si racconta il viaggio avventuroso di Dorothy nel magico mondo di Oz. Ad ascoltare ci sono bambini tra i tre e i cinque anni, tutti nati in Italia da genitori stranieri.  Con pochi gesti i piccolii mostrano come ogni barriera sia frutto di paure irrazionali, a cinque anni la diversità affascina,  incuriosisce. La Pisacane è stata definita “un laboratorio sull’Italia che verrà”.

La cittadinanza un diritto difficile. La rassegna si chiude domenica 19 febbraio con una giornata all’insegna del diritto di cittadinanza a partire, alle 17, da Benvenuti in Italia (2012) documentario in cinque epiosodi su l’accoglienza girato da giovani migranti: Aluk Amiri, Hamed Dera, Hevi Dilara, Zakaria Mohamed Ali, Dag Yimer. Il film risultato di un laboratorio di Asinitas, prodotto dall’”Archivio delle memorie migranti” (AMM) con il sostegno dell’Open Society Foundations e della Fondazione lettera27 in collaborazione con il circolo Gianni Bosio.

“L’Italia sono anch’io: inventare il nostro domani” alle 18.15 vedrà un confronto fra Angela Spencer, L’Italia sono anch’io, Giulio Cederna de l’Archivio delle Memorie Migranti, Leonardo De Franceschi, Cinemafrica/Università Roma Tre, Alessandra Guarino, Cinema di Migrazione, Filippo Miraglia dell’Arci, Vinicio Ongini autore del libro Noi domani, Giorgio Valente, Il Labirinto, ZaLab e i registi Fred Kuwornu, Marco Simon Puccioni, Andrea Segre, Marco Turco, Dag Yimer. Modera Maria Coletti. Introduce Enrico Magrelli conservatore della Cineteca Nazionale. Conclude la rassegna, alle 21, 18 Ius Soli(2011) di Fred Kuwornu. Il documentario, premiato dall’Associazione Amici di Giana con il Premio Mutti, racconta 18 storie di ragazze e ragazzi, figli di immigrati, nati e cresciuti in Italia. Non sono riconosciuti come cittadini italiani. Per ottenere la cittadinanza italiana devono sottoporsi, al compimento del 18° anno di età, ad un complesso. Il documentario si presenta come un pamphlet, “concepito per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione di disagio sociale in cui si trovano le seconde generazioni, e suscitare un dibattito sulla normativa vigente, iniqua e inadeguata”.

L’ingresso a tutte le proiezioni è gratuito

Irene Ricciardelli
(12 febbraio 2012)