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Cultura

Peter Brook, la speranza per ripartire è da dove siamo

“Dove troviamo la speranza per ripartire?” chiede Concita De Gregorio, aspettandosi una risposta da maestro, una risposta complicata, qualcosa che non c'è e invece c'è ed è sotto gli occhi di tutti...

MygranTour. Il giro del mondo in un giorno

L’itinerario inizia al Teatro Ambra Jovinelli per proseguire al Nuovo Mercato Esquilino dove Mustafà, macellaio egiziano, ci spiega il taglio della carne halal. Superato il brulicare del mercato si arriva all’Acquario Romano e lì vicino si aprono le porte di una bottega di artigianato afgano-pakistano. Poi saremo accolti dalla comunità islamica e subito dopo andremo nella chiesa cattolica di San Vito e alla chiesa nazionale russa di rito bizantino.

Un mondo pieno di numeri, Sinnos edizioni

Tutti i numeri del mondo è un libro per ragazzi di Lara Albanese e Cristina Bellacicco per Sinnos edizioni. Il volume accompagna i giovani, e non solo, nell’universo dei numeri, alla ricerca della comprensione di tutti quei...

Olof Palme, l’uomo che cambiò la Svezia

“Hai mai immaginato come potrebbe essere il tuo necrologio?”, chiese il noto presentatore britannico David Frost in un’intervista al primo ministro svedese Olof Palme nel 1969. Pronta la risposta di quest’ultimo, “no e spero di non farlo fino all’ultimo respiro, chi ci pensa inizia ad essere spaventato e perde la vitalità nel fare le cose”. E il documentario sulla straordinaria carriera politica di Palme realizzato da Kristina Lindstrom e presentato il 12 aprile nel corso del Nordic Fest alla Casa del cinema, con queste premesse, non poteva che celebrarne la vita privata e pubblica più che concentrarsi sul suo misterioso omicidio, avvenuto la notte del 28 febbraio 1986.“La sua morte fu un grosso trauma nazionale”, racconta la regista. E i numerosi film e discussioni su chi e perché abbia compiuto il delitto “hanno messo in ombra l’uomo e il politico, volevo affrontare questo aspetto, si sa che è stato ucciso ma non è il fulcro della pellicola”. Per la prima volta, la moglie e i tre figli hanno accettato di apparire per parlare della vita con Palme, “di gioie e dolori, delle minacce”, una costante per chi cerca realmente di cambiare il corso della storia. I paragoni con Kennedy e Martin Luther King in tutti questi anni si sono sprecati. L’enorme quantità di filmati contenuta negli archivi è stata integrata con i video personali concessi dalla famiglia, “ci hanno consegnato una valigia con 58 pizze, quasi un tesoro custodito gelosamente”. Il successo in Svezia è stato tangibile, 250 mila spettatori al botteghino, quattro milioni e mezzo davanti alla tv. “È rivolto a chi c’era e a chi non era ancora nato, spesso è stato visto da nonni e nipoti, diventando fonte di discussione tra diverse generazioni”.Palme e il razzismo Nato da famiglia borghese, l’avvicinamento al partito socialdemocratico e alle sue idee subì un’accelerazione nel periodo di studi negli Stati Uniti, dove visitò i ghetti afroamericani, venendo a contatto con le problematiche della gente di aree più disagiate. Il suo coraggio fu dimostrato una volta di più nella sua opposizione alla politica di apartheid del Sudafrica, quasi un precursore se consideriamo che in seguito addirittura il premier di un paese come la Gran Bretagna, Margaret Thatcher, definì Mandela “terrorista”. Dal documentario si evince anche l’attenzione ad immigrati e rifugiati presenti in Svezia, “noi ci consideriamo i migliori, ma parlando con loro ho capito che vivere con gli svedesi non è facile”. La sua nazione ideale era libera da intolleranza e pregiudizio, “si crede che questo venga da chissà quali esecrabili teorie, in realtà è frutto della vita quotidiana”.Primo ministro dal 1969 al 1976 e di nuovo dal 1982 alla sua scomparsa, la visibilità di Palme fu anche a livello internazionale, cosa rara per i premier scandinavi, spesso ancorati su posizioni neutraliste passive. Ferma la sua opposizione ai due blocchi, al comunismo liberticida e al capitalismo sfrenato. Il paragone della campagna americana in Vietnam con le strategie di Hitler costò una crisi nei rapporti con gli Stati Uniti di due anni e di certo le critiche all’embargo stelle e strisce contro Cuba e il finanziamento di zio Sam ai Contras in Nicaragua per ribaltare il governo di sinistra non contribuirono alla distensione. Ma i maggiori successi, con diversi bassi, come normale, sono stati nella politica interna, nella promozione di un welfare più ricco di servizi e l’idea di una cogestione delle aziende tra operai ed imprenditori.Il rapporto con la sinistra italiana fu all’inizio teso, dal primo incontro nel ’49 con Berlinguer, per poi diventare occasione di confronto. “Anche se siamo due paesi agli estremi dell’Europa, l’attrazione e l’amicizia reciproca c’è sempre stata”, aggiunge Walter Veltroni, ex leader del Pd. Poi c’è stata l’altra faccia dell’Italia, quella che potrebbe essere coinvolta nella sua morte, con il telegramma di Licio Gelli della P2 che preannunciava ad uffici della Cia che “l’albero svedese” sarebbe stato abbattuto. Veltroni che poi chiude ricordando i veri obiettivi dei riformisti come Palme, “non combattono la ricchezza, ma contro la povertà, ecco perché anche gli avversari lo rispettavano”.

Stiamo perdendo l’occasione di parlare con i rifugiati, l’avanguardia nei loro paesi

A due anni dall’inizio delle “primavere arabe” l’impressione che si ha è che l’Italia sia stata più concentrata sui flussi migratori in entrata che non sull’enorme potenziale di trasformazioni socioeconomiche della sponda sud del...

Festa d’Africa 2013, voci di donna da un continente in evoluzione

Loro dicono che “la cultura fiorisce in primavera”, quindi dal 7 al 19 aprile chi è ghiotto di teatro musica danza cinema pittura fotografia e letteratura può godersi la Festa d'Africa 2013

Samir Elturky: "a scuola sceglievo il posto in base al suono del banco"

Samir Elturky è un giovane egiziano che vive e lavora come percussionista a Roma. È specializzato negli strumenti a percussione arabi ed ha iniziato la carriera nella capitale esibendosi con vari gruppi, nel 2008...

Amedeo Ricucci: i rischi dell’informare dalle zone di guerra

L’informazione si sta piegando alle nuove tecnologie ha spiegato il 21 marzo Adriano Ricucci prima di ripartire per il Nord della Siria, e lo sta facendo davvero su tutti i fronti, soprattutto quelli militari.

Egitto, la Hollywood d’Oriente

“L’infanzia di ogni egiziano e forse di ogni arabo è intrecciata con le scene dei film del proprio cinema che hanno segnato momenti particolari della loro vita, rivivendoli in essi. Film che forse sono...

Indipendenza del Senegal: San Lorenzo in festa con Ndiaye Music

“In Senegal l’anniversario dell’indipendenza si festeggia con cibi, musiche e danze tipiche. Noi faremo lo stesso a Roma il 4 aprile, nella serata che stiamo organizzando al Felt, in via degli Ausoni 84”